« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

29 giugno 2009

META-SISIFO

Stavo per mettermi a scrivere per descrivere accuratamente questa scena, tratta dal film documentario Microcosmos di Marie Perennou (da vedere se per caso dal '96 a oggi ancora non lo avete fatto), quando mi sono ricordata che vivo nell'era di 'You-tube' e quindi mi risparmio il callo della mano e vi ragalo questa lezione straordinaria di vita.
Elisengandhi

19 giugno 2009

IDIOCRACY - UN POST IMPOPOLARE


Un pò di tempo fa, svariati mesi, ascoltavo un programma molto bello alla radio, “Castelli in aria”, e mi sono sorpresa di ascoltare una ‘quasi-teorizzazione’di un mio ricorrente pensiero sul genere umano e su come questo abbia molto a che vedere con il modo in cui si fa politica. Sempre qualche tempo fa, un due-tre mesi, ho finalmente visto un film veramente divertente di Ethan Cohen “Idiocracy” e sono tornata a pensare che allora questo mio inverecondo pensiero non era poi un castello in aria appunto e messo lì a tacere trova oggi, attraverso questo post, una sua forma.


Mi sento di partire da un’osservazione che come tale parte da un punto di vista viziato, cioè il mio ma di meglio al momento non posso offrire: la maggioranza delle persone è idiota. E ancora: gli incompetenti abbondano. E poi: i personaggi di dubbio valore primeggiano nella vita e in TV. Come per magia, noi, umani, abbiamo smessi di affidarci ai più saggi (anziani, intellettuli, sciamani etc) e abbiamo cominciato (nel 900?) a credere più sensato dare fiducia a cretini e disonesti. Come se, masochisticamente ritenessimo costoro capaci di una qualsivoglia sensata o onesta azione. Impossibile. Come chiedere a un gatto di abbaiare.
La semplicità per me ha un valore immenso ma va distinta dalla stupidità o in-sapidità. Perché certi individui abusano di questa qualità arrogandosene la proprietà? Riempite gli schermi con la vostra vaghezza e avete tutto il successo che non meritate. Lasciateci almeno le parole che non capite! Il cretino come un idolo e un simbolo. Ma di cosa? Un simbolo e un idolo sono lo specchio di chi lo elegge. Come posso pensare bene di chi si fregia di simili scelte (televisive e politiche)?
Personaggi che non sanno fare niente, se va bene, o assassini se va male, impestano riviste, programmi con la loro mediocrità e sono costantemente premiati da ascolti e guadagni oscenamente facili. Così si intervistano paparazzi indagati, infanticidi, manager cocaionomani, miliardarie inguaiate con il codice della strada, indagati per mafia etc. Più sei reprensibile o banale o cretino, più la TV ti può rendere celebre.
Ci sono programmi televisivi che si fondano sulla stupidità dei protagonisti e degli ospiti. Si evita che persone veramente intelligenti siano presenti, difficili da pilotare da parte degli autori. E’ un difetto pensare in maniera originale e fuori dagli schemi.
Chi è più colto non trova lavoro. Chi ragiona è spesso tagliato fuori, è scomodo. Chi capisce le situazioni, capisce anche chi è meno intelligente perché ne coglie i meccanismi mentali e li prevede. Può quindi anche manovrarlo e quindi prevalere. E questo è pericoloso. Se io so, mi difendo e sono capace di affrontare e magari risolvere i problemi. E questo fa paura. La TV offre invece un modello alla portata di tutti,un minimo comune multiplo che azzera il QI e fa sentire tutti meglio.
Se si complica il discorso lo spettatore cambia canale. Quindi per andare in TV e quindi ESISTERE, (non vale più ahimè il cartesiano ‘cogito’) non si deve manifestare in alcun modo né una complessità di pensiero né una vera originalità perché ci si aliena da una buona parte di chi la televisione la guarda e con la quale interagisce. Lo scopo è arrivare e piacere a tutti. Belli e brutti. Bisogna dire cose alla buona, che tutti possono capire e in cui tutti si possono riconoscere. Che importa se in questo modo si nasce e si muore caproni? L’importante è che la gente a casa abbia la sensazione di non esserti inferiore anzi, magari, avere un qualche consiglio da darti!

Essendo poi la TV IL canale della politica, è facile fare uno più uno e dedurre i danni che questa impostazione catodica produce sulla gestione della Res-publica.
Una ricaduta dirompente che fa vedere la classe politica come la peggiore che si possa immaginare. Colma di indagati, condannati, ignoranti, incompetenti e biechi. Ma quello che conforta la maggioranza che li voto è probabilmente proprio ciò che io trovo riprovevole perché è questa mancanza di qualità che fa sentire la massa meno stupida. Loro sono peggiori di noi. Non sono i migliori come dovrebbero essere. Non conta quanto preparato o intelligente sei, conta quanto sei POPOLARE. E popolare lo diventi non sulla base della fama, come avveniva un tempo ma sulla base della TV. E se vuoi essere un personaggio televisivo vincente devi essere mediocre e incarnare così il minimo comune denominatore. E ciò è dimostrano dall’incongruenza delle azioni politiche, dalla mancanza di serietà e di rappresentanza, dal qualunquismo dei messaggi che lanciano nei salotti più svariati tipo: bisogna tirare su l’economia, mandare avanti l’Italia post-crisi, incentivare lo sviluppo favorendo la politica a tutela delle famiglie contro il terrorismo e l’immigrazione clandestina! Sì, potrebbe anche forse essere; ma COMEEEEE???
Ma alla maggioranza, cretina, questo non interessa. Ciò che conta è la popolarità e l'impressione di controllo che ne consegue.

A questo punto io mi chiedo, ma siamo proprio sicuri che la democrazia sia la forma più intelligente di governo che possiamo permetterci?

11 giugno 2009

UN VIAGGIO DI PAROLE I

Sono appena tornata dall'Italia. Una settimana a casa. Sì, dico sempre 'casa' quando parlo dell'Italia, della mia Toscana. Ma ieri, scendendo dalla macchina in Germania, ho usato la stassa parola 'che bello essere a casa'. Il concetto di 'casa' è per me evidentemente confuso ma non importa. Ho goduto, nel corso, di questi pochi giorni di molti privilegi che mi hanno fatto sentire bene. And I mean that. Partendo dalla fine: visita alla torre di controllo dell'aereoporto di Firenze e volo in cabina con i piloti! Vedere cosa ci sta dietro le quinte è da sempre il mio must, che sia in teatro, al cinema e nell'arte in genere, con le persone, con le macchine etc. Capire come funziona. E' didattico, è indispensabile per imparare. Cosa c'è di più interessante che capire il percorso che ha portato a un risutato. Il risulato in sé, quasi non ha più importanza nel confronto. E' capendo il percorso che si apprezza di più; come davanti a un quadro di Picasso. E così, dopo che hai viaggiato un pò, ti fai lo stesso tipo di domande sul viaggio stesso, sugli aereoporti, sui piloti e tutto il mondo che girando, fa girare il tuo. Grazie a qualche film, si riesce a immaginare. Ma vederlo dal vero è differente. E' una conferma di realtà. E' così che funziona. Ora quando guarderò la porticina in mezzo alle poltrone della prima classe, saprò cosa c'è dietro. Un mondo piccolo piccolo e complicatissimo. Una stanza dei bottoni seconda, nella mia testa, solo alla sala dei comandi della Nasa. Il posto dove vivono, sospesi in volo, per tutto il giorno, due persone, che con gesti resi semplici dalla quotidianità, muovono, girano, cambiano, variano, controllano, verificano, appuntano, rintracciano, osservano i mille pulsanti, manopole, grafici, schermi, rotelle, interruttori che ai miei occhi risaltano come una grande tavola di luci, numeri, colori e ombre, indistinte. Come una lingua che non conosci, un suono unico da cui loro, i due Caronte del cielo, hanno imparato a distinguere ogni frase, ogni parole, ogni lettera. E dall'interfono ascolto questo nuovo alfabeto mentre, gentilissimi, provano a farmi capire cosa stanno facendo e dicendo. Mi fanno anche vedere cosa c'è giù, sulla terra. E qui me la cavo un pò meglio e riconosco il Pò, la pianura Padana, e poi il lago di Garda, Bolzano, il Brennero, Innsbruck e alla fine Monaco con i suoi laghi. Prima di andarmene chiedo loro se e come è cambiata la loro percezione della distanza. Da quando ho cominciato a viaggiare, io ad esempio, sento il mondo più piccolo ma non per questo meno immenso (lo so che non è chiaro ma per spiegarlo ci vuole un altro post). Loro, scientificamente mi rispondono che sono addestrati ad avere sempre chiaro e lucido il concetto ma aggiungono anche che odiano viaggiare in macchina! Ci credo...da Firenze a Monaco abbiamo incontrato quattro-cinque aerei al massimo. Non si può certo parlare di traffico aereo come si parla di quello stradale!!