« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

23 settembre 2009

POCO FA AL CITOFONO

  • Buongiorno Sig.ra Rossi.
  • Buongiorno..(e chista che parla italianu, chi è?)
  • Come si sente?
  • Bene grazie, solo un pò di raffreddore di stagione (ecchecacchio ti devo rispondere??)
  • Sono cose che succedono, ma non è niente di grave.
  • Certo, certo (minchia..che mi vuole portare sfiga??)
  • Sono venuta a parlarle della Bibbia..
  • Ma..(e lo sapevo io!)
  • Volevo lasciarle del materiale su cui riflettere, perché Gesù...
  • Signora, guardi, mi..
  • Perché la fede è importante e noi qui in Germania..
  • Guardi, davvero..
  • Perché non viene a trovarci...
  • Signora, non so come riperterlo, non mi interessa!
  • Ma se almeno..

Non so se la signora si trova sempre giù a parlare col mio citofono ma io oggi mi sento di avere una sicurezza in più: ovunque tu sia loro ti troveranno.

Ecchecazzo però!

10 settembre 2009

IL MAL DEL RIENTRO


Non sono rientrata dalla vacanze che da una decina di giorni e già mi sembra un secolo. E qui si potrebbe iniziare coi luoghi comuni tipo 'il tempo vola quando ci si diverte' etc, ma io mi dò una spiegazione più meditata e cioè che il tempo vola quando la nostra vita è fittamente intessuta con quella degli altri. Il tempo passa proporzionalmente più veloce alla quantità di relazioni che si hanno. E' la solitudine che fa mettere la retromarcia alle lancette. E qui purtroppo io un pò sola mi sento. Ho il mio amore accanto, ma passo tutto il giorno senza di lui. E non è questione di lavoro, attività o di persone che si conoscono e con le quali dividiamo quella o quell'altra cosa da fare; il punto è che senza la famiglia e senza lo strato storico degli amici si è un pò col culo per terra, tanto per essere chiari. I vantaggi sono enormi, perché, essere sganciati dal cuscino degli affetti, significa anche essere più liberi, mentalmente e profondamente; senza cuscino-zavorra, la testa si apre a possibilità che si scartavano a priori, perché vittime di pensieri a circuito viziato. Ma la libertà spaventa e non è facile gestirla. Non si è abituati, o almeno io non lo ero, e ho faticato per capire cosa fosse e cosa comportasse per me. E ancora non la vivo a pieno, perché la nostra mente è capace di grandi limiti autoimposti. D'altra parte il cuscino è comodità, sicurezza e il tempo con lui scorre inghiottito da voraci rassicuranti abitudini di parole, di atteggiamenti, di gesti. Non credo che nella vita sia da preferire il cuscino-zavorra ma è certo che dopo esserci stati per un pò seduti sopra si sente, senza, tutto il duro del pavimento. Ma soprattutto il silenzio tipico delle case vuote, senza niente dentro. E tu seduta al centro della stanza più grande, per terra, senti le ossa appoggiarsi e cercare una forma di comodità. Poi ti sdrai, guardi in alto e allarghi braccia e gambe, a mo' d'uomo vinciano. Espansa, così, in tutte le direzioni, ti sgranchisci e senti che ci sei. Tu, per prima. Tu, da sola ma mai sola.