« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

28 aprile 2010

IN CORSA FUORI DAL CENTRO

L'ho voluto fermare quel momento. Quello di me nel parco, da sola, che sorrido e mi do una pacca sulla spalla. Perché per uno di quei momenti ce ne sono cento negativi e di solito mi vien da scrivere di più quando di quei momenti sono preda. Oggi, già, ad esempio, è tutto finito: quel sorriso è tornato ad essere smorfia di fatica per la concentrazione che va e viene e la perenne insoddisfazione per tutto quello che non ho ancora imparato e forse mai imparerò; la passeggiata una corsa con la bici sempre sgonfia o un affanno per trovar parcheggio con la macchina; la pacca sulla spalla una sberla a me stessa per tutte le volte che 'non ci siamo'.

'Non ci siamo'. Noi, ossia 'io e me'. E' questa la sensazione: di essere io che rincorre me. Corre per starmi dietro, a come cambio, a come penso, a quante cose stupide e inutili sballotto nella testa, senza posa, senza centro. Per questo quel momento acquisisce un'aura sacrale, perché per quell'attimo mi acchiappo e sono lì, tutta intera con i miei mille problemi (veri e presunti) ma quieta, con tutte le stesse problematiche irrisolte ma calma, con le stesse insoddisfazioni ma serena. Perché per un secondo almeno, serafico, va davvero tutto bene.

26 aprile 2010

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI

Diceva in una sua commedia De Filippo. Quando studiavo all'Università l'avevo adottato come IL motto e tra gli esami c'era anche letteratura teatrale e quindi lui, il grande Eduardo. Passata ormai da molti anni la Laurea, il motto è rimasto incontestabilmente valido e anche se sono uscita dal mondo accademico, non ho fatto altro che confrontarmi con prove su prove. Devo dire che aver cambiato in questi ultimi anni dimore e prospettive passando dal vecchio al nuovo e poi ancora al vecchio continente, mi ha tenuto sotto sforzo e continuo allenamento. Basti pensare all'allenamento linguistico al quale mi sono piegata e mi piego parlando praticamente ogni giorno tre lingue; al cambio di Capi o referenti, sul lavoro e al cambio di lavoro stesso! O agli esami veri e propri, come le prove di lingua o i colloqui; per non pensare a quello che può sembrare scontato ma che in un posto nuovo non lo è affatto: ossia capire come funziona tutto, dalla A di anagrafe alla Z di ZONZO!

Ci sono momenti in cui mi sento così stanca che penso solo a una cosa: trovare un'alternativa! Now! Poi le cose vanno avanti e guardando indietro contemplo (sì sì!) il cammino che ho alle spalle e mi vien da sorridere. Malgrado la fatica (che è tanta davvero!) ho capito che preferisco fare di più che di meno e spingermi in situazioni più difficili che non cercare la via più semplice che magari, dà anche rapida soddisfazione ma in breve tempo annoia anche (almeno me) e ci tiene fermi lì.

Così questo fine settimana ho frequentato per lavoro, un corso di aggiornamento professionale per insegnanti. Tornando a casa, a piedi attraverso il parco, distrutta soprattutto mentalmente, ho pensato che poco più di un anno fa conoscevo un paio di parole in tedesco e niente più, nemmeno di questa città.
Così un'onda impulsiva è partita da sé e mi ha fatto appoggiare la mano destra sulla spalla sinistra, blandendola con un paio di colpetti dolci e sicuri come quelli di un padre.
Ed ecco...mi sono sentita bene.

19 aprile 2010

FRIGORIFERO-MONTALCINI=1-0

Il Governo si riempie la bocca pubblicizzando ai quattro venti i nuovi incentivi per elettrodomestici e motorini, arrivando a stanziare la bellezza di 300 milioni di Euro per l'occasione.

Sempre lo stesso Governo si imbelletta appena può con grandi frasi a effetto contro il Fascismo e tutto ciò che ne conseguì (leggi raziali in primis).

La prima domanda è: perché invece di disperdere tutti quei soldi per comprare qualche lavatrice in più, (perché non credo che in questo modo si esca dalla crisi come vorrebbero farci credere), non ha destinato qualcosina in più, all'altrettanto famigerato rientro di cervelli, per i quali sono stati stanziati, udite, udite! 6 milioni di euro, o in generale alla ricerca?

La seconda domanda è: perché allora sostiene e appoggia questo tipo di...come chiamarle...cazzate (metto solo il link perché non voglio ospitare cose simili nella mia pagina)?

Non so a voi, ma a me vien solo da rispondere male.

Propongo, in alternativa, una bella centrifugata di nazi da usare come sturacessi.

E ora, se volete, ascoltatevi O' Frigideiro di Bruno Lauzi (proprio qui a fianco, nel mio Ipod) e non ci pensate più!

13 aprile 2010

COSE TEDESCHE!

Ieri sono stata pagata per un lavoro. Un bel lavoro. Che mi piace, che faccio per passione nel tempo libero. La Musicalizadora, ossia la Tango DJ. Cosa c'è di strano, a parte la fortuna di prendere dei soldi per fare ciò che si ama fare? (e io sono un asso a trovarmi 'sti lavori!)

Ma che mi hanno pagato in anticipo! Il lunedi per qualcosa che farò venerdì.

Roba da matti!Ed è strano per me perché quando lavoravo in teatro, in Italia, dovevo spesso andare a ricordare ai miei datori di lavoro, che mi dovevano pagare. Ma è così strano che guardo e riguardo la busta con i soldi e mi sento quasi a disagio. E se venerdi mi ammalo? Così tanto strano che ho deciso che non la apro fino a sabato. Ecco, ora va già meglio.

08 aprile 2010

COME NON DETTO

Dall'ultimo post è passato un secolo. Un secolo perché le vacanze in Italia sono già iniziate e finite e soprattutto perché anche le elezioni sono passate e non sono andate propriamente come avevo immaginato. Questa volta la sconfitta è più amara perché, come avrete capito, mi ero un pò esaltata; dopo mesi di oscurantismo avevo ricominciato a sognare e invece il popolo che credevo risorto, non c'è o almeno non è definibile come popolo ma al massimo ancora come spicciola minoranza. Da toscana mi risulta forse più difficile ancora credere a questo esito funesto ma anche la mia terra d'altronde, è cambiata. Per quanto ancora 'rossa' non è più, infatti, la regione che mi ha visto crescere e sono sempre più numerosi i 'brutti discorsi' che sento in giro. Sento un profondo rammarico per tutto questo spreco di tempo perché per quanto indubbia io voglia credere la riscossa, la vedo sicuramente rimandata a più in là.

E poi vista dall'alto l'Italia incanta di una bellezza mitica, stretta così tra due mari come la vita di una bella donna cinta dalle mani accoglienti di un uomo; agghindata da una cintura di lagune su un fianco e una collana di arciplelaghi sull'altro, mentre un cappello increspato di neve la ripara dai venti.
Senza l'ombra di una nuvola risplende sotto di me mentre immagino di essere io ad abbracciarla.