« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

23 febbraio 2011

UN NOME, UN DESTINO

Le barzellette di quando si e' piccoli hanno qualcosa di puntualmente ridicolo eppure tutte quelle che ho ascoltato da grande, le ho dimenticate e quelle, ancora ce lo ho fresche in mente. Una per tutte quella del 'Fantasma formaggino'. Mah..forse e' solo che quando sei piccolo, ti basta di ridere e cogli ogni occasione in cui u r supposed to :) E poi c'erano quelle che cominciavano con "Lo sai qual e' il colmo per..". E qui le menti sopraffine si adoperavano in alzate di stile, inventandone di sempre nuovi. Mi ricordo poi anche "I nomi di...": "lo sai come si chiama il piu' famoso tiratore di coltelli cinese?", "e sua moglie?", "e suo figlio?". E giu' a ridere che sembravamo pagati.

Ieri sono andata dalla mia nuova ginecologa. Nuova perche', quello che c'era e' andato in pensione. Mi presento, mi visita, tutto bene. Ci salutiamo. E' fantastica, penso. Mi e' andata bene questa sostituzione. Esco e sul tram mi riguardo fogli, ricette etc. Mi cade l'occhio sul timbro, col suo nome e tutto il resto. Non ci posso credere! In un regresso decennale, mi ritrovo circondata dagli occhietti furbi dei miei amichetti di cortile, con le ginocchia sporche di terra e graffi e dico: "Lo sapete qual e' il colmo per una ginecologa? Chiamarsi Mrs Dick!!!" :)))
Chissa' se l'hanno capita davvero...sono piccoli. Pero' hanno riso!

09 febbraio 2011

LE AFFINITA' (IN)ELETTE

Jedes ausgesprochene Wort erregt den Gegensin

Ogni parola che si pronuncia fa pensare al suo contrario. (da Massime e riflessioni, 9)

Quando incontro le "persone speciali", penso by default al celeberrimo romanzo di Goethe e inevitabilmente, quando le perdo, ci ripenso, al contrario.

Pietre incastonate nella roccia, le "persone speciali", le riconosci subito nel buio della miniera e tu, falena ti avvicini alla lampada, disarmato dalla sua stessa consistenza; una alla volta scopri incredulo le sfaccettature perfette della sua forma cristallina: ogni suo lato riflette come uno specchio magico il meglio di te. Standole accanto, affondi le mani nella materia più viva e vibri.
Il mondo accanto a lei, è perfetto.

Poi succede qualcosa. Succede sempre qualcosa. Orfeo si voltò e perse Euridice per sempre. Solo guardandola. Così, per niente e per tutto, anche tu la perdi per strada. Provi a tornare là, a cercarla, la chiami, la stringi a te con forza, urli disperato ma senti solo il rimbombo sordo del tuo desiderio. L'hai persa. L'ami e la lasci andare perché sai che "l’uomo meno di tutto riesce a possedere ciò che gli appartiene più strettamente" ("Le affinità elettive", Goethe).

Passa tutto. Il tempo, il desiderio, mille altre persone.
Ti volti e guardando la strada, la vedi là, intatta come la prima volta che l'hai incontrata, a illuminare quel breve pezzo di vita attraversato insieme.

Grandi tratti e brevi.
Tutte insieme, le "persone speciali" sono una striscia luminosa.

Ma ti chiedi: ma io, nella sua striscia ci sarò sempre?
Io l'ho eletta, ma lei? Mi aveva davvero eletto? Perché io qui non parlo d'amore, di storie finite, di sesso e d'altro che lasciano poco spazio all'immaginazione e alle supposizioni. Quel che c'era uno se l'è vissuto nella storia stessa o se è fortunato, se lo vive ancora adesso. Io parlo di quello che non è stato, di quelle persone che hai amato profondamente e platonicamente e che non sei riuscito a tenerti accanto nella vita, sebbene tu lo volessi.

Cosa penseranno loro? Si ricorderanno di me? Sarò parte dei loro sogni? Mi ameranno ancora?

Non lo saprò mai ma voi sappiate che per me voi siete ancora quel profondo sorriso bagnato di lacrime felici.

02 febbraio 2011

LO SPAZIO MENTALE

Da tempo non senti gli amici, la sera ti addormenti come un masso, mangi ma non ti ricordi cosa, sei spesso in ritardo e accaldato perché hai corso, ti senti sempre in disordine, forse puzzi più del normale, leggi ogni sera le stesse due pagine del libro sul comodino, ipersogni, alle volte ti manca il respiro o ti gira la testa e soprattutto scazzi: scazzi dicendo cose che non vorresti, scazzi facendo cose che preferivi non fare, scazzi sul lavoro, sei una nave che fai acqua da tutte le parti.

Ecco se condividi almeno 4 di queste sensazioni, anche tu, come me, sei esaurito.

E sapete cosa è la cosa negativa? E' che in realtà, quello che ti manca non è il tempo, come spesso sbrodoli a te stesso e agli altri. Butti lì la frase come uno scudo pretettivo a infrarossi: "Mi dispiace ma non ho avuto davvero un attimo!". Eh sì! Come no?! E' per tutti così, no? Balle. Frottole. Bugie. Pippe. Menzogne. Cazzate. La verità è che non ce la fai, che tu, come insieme di corpo/anima/mente non ce la fai a star dietro al galoppo da cavallo di razza che ti sei scelto come andatura e sull'orlo del tilt, pensi solo a come arginare i danni, a come limitare le sbavature, a come risparmiare energie in attesa di quell'indispensabile ritorno alla normalità. E pensare che ti basterebbe solo più spazio. Non è di tempo che hai bisogno, hai bisogno di spazio. Uno spazio mentale dove far fare manovra ai pensieri, dove far parcheggiare senza stress i problemi e distillarli uno alla volta, lo spazio dove percorrere la tua strada indisturbato.

Ecco, io non lo trovo. Sarà pure dentro di me ma devo aver perso l'indirizzo. E se nemmeno Quèlo mi può aiutare, non mi rimane altro che mettermi in attesa. Possibilmente senza sorbirmi La Primavera di Vivaldi però.

E come un saggio davanti al fiume, sono certa arriverà. Qualcosa arriverà.