« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

11 aprile 2011

06 aprile 2011

SCELTE

La vita e' fatta di scelte e credo di non esagerare se dico che si tratta della materia piu' spinosa da affrontare nel percorso di crescita che percorriamo, con piu' o meno impegno. Le scelte riguardano tutti, anche chi decide di rimanerne al di fuori, anche chi decide di subire quelle degli altri, anche chi lascia che succeda quel che deve succedere, perche' alla fine anche quelle sono scelte. Non se ne esce e per questo ogni volta che mi trovo di fronte a una scelta difficile (e ultimamente mi ci sto trovando spesso), cerco di pensarmi come un gigante seduto davanti al mare che riflette e che sa che qualsiasi decisione e' davvero possibile e che non deve piegarsi a quella piu' logica, o a quella piu' semplice o soprattutto a fare quello che gli altri si aspettano che lui faccia. Cerco di andare oltre le prigioni mentali che siamo cosi' bravi a costruirci intorno, convinti che siano una buona difesa dalla vastita' delle possibilita' ma non e' cosi'. L'orticello non fa per me e io credo per nessuno. L'orizzonte e lo sguardo che si perde all'infinito: e' quello che bramiamo nel profondo, proprio in quanto umani e quindi finiti. Trovarsi di fronte alla Bellezza del Mondo, alla sua varieta', alla sua ampiezza e alla sua inarrivabile potenza, riempie di gioia struggente, e io, piccola piccola la' in mezzo mi sono molte volte commossa, certa di appartenergli.

Con questa inspiegabile emozione sono tornata dal viaggio in Africa, ma anche da altre parti della terra negli anni passati ed e' da qui che riparto, sempre, nei momenti di crisi, di snervo, di sclero. E' il mio mare calmo della sera. Ed e' anche il campo aperto della battaglia quando devo fare una scelta. Io la scelta in questione l'ho fatta, gia' da un paio di settimane ma come sempre mi sono accorta ora che forse, ho scelto per l'ennesima volta, malgrado tutta la consapevolezza, la strada che mi faceva meno paura.
Di scelte difficili ne ho prese tante e in tutte quelle di snodo decisivo, sento che alla fine io ho lasciato. Ho mollato. Ho permesso che altri prendessero quello che doveva essere il Mio posto: nel lavoro, nell'arte, nelle amicizie e nelle relazioni. Come se per me, scappare, scivolare via come l'acqua, lasciare che altri intraprendano quella strada fino in fondo, cambiare direzione, cercare altro, cambiare ruolo e spettacolo, fosse alla fine l'istinto ultimo. La mia natura.

Si', puo' darsi che sia cosi': che lotto, fronteggio, strepito ma che al momento clou che stringe e lega, responsabilizza, che determina, suggella e immobilizza, io scappo. Sento di essere un'attrice della mia vita, come non lo sentivo quando facevo teatro per davvero. Mi va bene fare tutto quel che devo, mi adatto, quel che mi piace, mi diverto, quel che ci si aspetta, mi plasmo e interpreto a pieno ma finita la scena, dietro le quinte mi spavento, mi affloscio come un burattino e mi perdo nel dedalo dei pensieri fino allo smarrimento.

Ed io non voglio piu' essere io

01 aprile 2011

I Fumetti di Eli

I said Ha!Ha!

Un milione e mezzo, forse due, per Due Palle, ops Due Palme che e' accanto all'aereoporto!