Se avessi del cielo le vesti ricamate, Di argentea e dorata luce inghirlandate, La veste blu, quella pallida e quella oscura Della notte e del giorno e della sera quasi buia, Io le distenderei sotto i tuoi piedi: Ma, essendo povero, non ho che i miei sogni.
E i miei sogni ho disteso sotto i tuoi piedi; Tu cammina piano perché cammini sui miei sogni.
Tutti i venerdi la mia sveglia alle 8 in punto e' lui... o lei (?). Da lontano sento un delicato tintennio che come un'onda risale il quartiere fino a investirlo con uno sconsiderato scampanio da gregge in transumanza. L'uomo delle patate e' arrivato.
Attraversa tutta la citta' con il suo furgoncino con cassone aperto a esibire la merce fresca fresca della campagna. Campanaccio in una mano e l'altra a mo' di amplificatore mentre grida: Gemüse! Lo sentivo anche quando abitavo in altri quartieri. Lui c'e'. E' una certezza in questa citta' silenziosa. Il suo urlo incrina la quiete ovattata di una citta' mattiniera e operosa portando un po' di sana "popolanita' ".
Ripesco dalla memoria un suono simile: divertente, invadente e allertante insieme: il gelataio con cappellino e furgoncino bianco che passava dal quartiere popolare dove abitavo. Anche lui urlava: Gelatiii! Con la "i" finale distorta come la punta di un cono che si squaglia al sole cocente di agosto, mentre noi, torma di bimbi da cortile e campino, correvamo dall'adulto di riferimento, elemosinando 50 lire per un ghiacciolo all'amarena. Che momento, la lingua accaldata che si appiccica come il foglio che lo avvolge a questo pezzo di ghiaccio e sciroppo dal gusto oggi irreperibile.
Esistera' un luogo dove passa ancora il gelataio? Nota linguistica: Gemüse (=verdure)e' una delle prime parole che ho imparato!
La muta notte che mi circonda supera le spalle della tua prigione libero nel mondo è il tuo spirito adesso e mani legate ti sfiorano il corpo. Il vento è il nostro solo compagno. La notte ha lasciato le sue porte socchiuse e voliamo oltre i confini della terra dove i ribelli sono liberi dalle catene.