« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

17 gennaio 2010

IL MONDO SOTTOSOPRA

Un pò di anni fa ho scritto un progetto per realizzazione di uno spettacolo per partecipare a un concorso e vincere, nel caso, i soldi per poi metterlo in scena. Il tema era questo del mondo sottosopra. Tutta la riflessione per me partiva da una domanda precisa ossia: "Cosa succede quando il mondo si ribalta su se stesso?". Ovviamente la domanda ha un forte contenuto metaforico e mi ricordo che da lì sviluppammo solo una delle possibili centinaia di situazioni nelle quali si può verificare un ribaltamento simile e se non erro, perché parlo di 12 anni fa, fu 'la guerra'. Non vincemmo il Premio, molto prestigioso per il teatro di ricerca e noi eravamo ancora poco mature. Di fatto mi è rimasta in mente, quella domanda e come spesso mi accade, è diventata una di quelle domande che mi faccio girare nella testa periodicamente cercando nuovi punti di vista da cui osservarla, non tanto per risponderle ma per approfondirla ancora.
Quando ho sentito la notizie sul terremoto ad Haiti quella domanda ha rifatto capolino e qui di seguito ecco cosa mi ha fatto pensare.

Come prima cosa mi sento di dire che ormai la scorza da Tele-Spettatori ci permette una distanza emotiva da simili eventi tale da non 'disturbare' il normale svolgimento delle nostre giornate. D'altra parte, ci sono molte persone che invece vogliono 'disturbarsi' e per questo fanno quello che ritengono meglio: scrivono, informano, fotografano, riprendono, denunciano, chiedono aiuto, danno aiuto in prima persona etc. Io mi sento sempre molto impotente e in un certo senso anche in colpa ma non voglio parlare di questo. Quello che mi preme riallacciandomi al cappello, è intanto farvi vedere (molti forse lo avranno già visto) il video di 30'' che riprende la scossa più forte:



Ecco, voi pensate a quanto è fastidioso un semplice giramento di testa e quanto è importante sentirsi in equilibrio, ancorati al suolo, alla terra. La terra, il punto fermo per antonomasia; tenere i piedi per terra, prendere la sua energia stabile e forte, sentire che anche se tutto intorno non va, lei è comunque lì ferma e pronta a restituirti forza; gli aborigeni lo sanno bene. Ma cosa succede se invece è lei a non stare ferma, è lei a tremare e a togliersi da sotto ai tuoi piedi. Vi immaginate lo smarrimento? Pochi secondi e tutto cambia, definitivamente, intorno a te e dentro te, se sei uno dei fortunati, o meglio dire, miracolati, che sono ancora in piedi, in equilibrio. Sei vivo, ma con un tarlo nella testa che è lì a ricordarti come questo equilibrio, non sia poi scontato come credevi e che anche le cose che credevi più salde intorno a te, sono burro che si scioglie sotto l'alito del fuoco che tu, ora sai per certo, sta sotto ai tuoi piedi. Si può ricostruire, rimettere su, curare le ferite e piangere chi non c'è più ma dopo simili tragedie niente torna ad essere come prima. E' mancata la terra sotto ai piedi. E chi sa cosa questo vuol dire, ha una specie di velo sugli occhi, il velo di Cassandra, che li rende irrimediabilmente diversi, diversi come può essere diverso solo chi ha visto il mondo sottosopra.

1 commento:

nonsisamai ha detto...

dovendo prendere delle decisioni particolarmente complicate, delle volte mi e' sembrato letteralmente che mi mancasse la terra sotto i piedi. posso solo immaginare.