« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

01 ottobre 2010

IO MI CHIAMO NESSUNO

Come Ulisse si premura di dire a Polifemo, anche noi, figli di un paese che ci ha generati, abbondati e quindi spinti al di là dei suoi confini, ci ribattezziamo sotto il nome di Nessuno. Il nostro Polifemo è il Paese, il gigante da un occhio solo, incapace di vedere la realtà. Quello che ancora non ha stabilito il nesso tra causa ed effetto. Come girini nell'acqua, scivoliamo sotto le sue gambe, ferme e incollate, come colonne a una terra inospitale. E lui lento, impacciato avanza affannato nella melma, proponendo azioni inesorabilmente in ritardo. Siamo l'acqua che scorre e si muove, adattandosi al percorso del fiume. Siamo Nessuno, perché viviamo in una dimensione che non è riconosciuta ma imposta, quella della mobilità, quella del nomadismo obbligato da una transumanza lavorativa. Siamo Nessuno perché non sappiamo più a cosa apparteniamo. Sappiamo da dove veniamo, dove siamo cresciuti ma sappiamo anche che i sogni e le aspettative che dall'infanzia ci accompagnarono negli anni, a un certo punto sono volati via, evaporati con la voglia di provarci ancora. Nessuno all'anagrafe, Nessuno per l'INPS. Nessuno quando qualcuno ci domanda "ma poi che farete?". Come tanti Nessuno ci muoviamo da un continente all'altro, da una città all'altra, da una casa all'altra. A passi incerti ma fieri, alla volta di orizzonti fertili che facciano rinascere da qualche parte nel profondo, la speranza di trovare almeno un posto nel mondo. Come i viaggiatori che nell'Ottocento affrontavano l'ignoto, ci imbarchiamo su navi dalla destinazione incerta ma attracchiamo a porti sempre più sicuri di quello lasciato tanto tempo fa. Una specie da terzo millennio, mutoide per definizione, nata sul bilico e che per necessità salta la siepe tutte le volte che deve. Che sarà di noi quando qualcuno poi chiederà a Polifemo: chi ti ha ucciso? Uno scheletro riempito di vuoto, di tutto quel vuoto che ha ingurgitato, lui non potrà che rispondere: "Nessuno mi ha ucciso".
E noi siamo quel Nessuno.

Questo post nasce da questa lettura.

9 commenti:

fabio r. ha detto...

e l'esercito si ingrossa di giorno in giorno....!
ma com'è che i cervelli fuggono e i testicoli (per esser gentile) restano, magari nei ministeri?

Brunhilde ha detto...

Giusto ieri ho raccontato la mia storia nell'apposito campo, marcando che sono partita per amore - e lo rifarei. Un'amica, in Italia, m'ha raccontato di prendere un equivalente patrio del Kindergeld. Sai a quanto ammonta lo stratosferico sostegno?? 20 Euro!

P.S. Macché in forma, ancora troppo c'è da fare..

MiKo ha detto...

Ecco. Adesso sono nessuno anche io.

luciana ha detto...

e noi che rimaniamo qua? a noi rimane il compito ingrato di provare a cambiarla, questa amata, criticatissima, immobile, meravigliosa patria.

tizi ha detto...

Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.

pensi anche tu che forse ci avevano dato dentro con troppa grappa???
Viva l`Italia!!!

palbi ha detto...

I think I know that feeling...o forse dovrei dire "Nobody" knows that feeling

cbp ha detto...

da mesi mi nascondo. nulla ormai ho più in comune con questa società da un solo occhio.
sto, al caldo sotto la pancia del caprone, affilo l'olivo da arroventare al momento giusto.
sapendo che lì fuori, giusto al di là di questo antro putrido e oscenamente scenografato, si trovano ben altre avventure che rimanere a farsi rimbambire di fascismo e truculenti atti di mafia e pedofilia di Stato.
ormai è questione di attimi.
Nessuno è ovunque.
scanzonato e crudele.

Nemo ha detto...

Io mi chiamo Nemo :)

Elisen ha detto...

E' vero Nemo!!!Tu ci avevi già pensato confessa!

Grazie a tutti gli amici Nessuno..