« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

26 marzo 2010

W LA RIVOLUZIONE

Sarò una sentimentale ma io ieri sera a seguire da quassù Raiperunanotte, mi sono emozionata davvero. Stamani mi sono alzata e senza voler leggere niente ancora (e non vedo l'ora di sapere cosa han detto Tizio e Caio) mi è venuta voglia di condividere questo sentimento positivo di comunanza, di partecipazione che passando i confini geografici, diventa molto più forte di quello che anima ad esempio le manifestazioni o i concerti. Per anni, ho seguito questi personaggi nelle loro attività giornalistiche, televisive, teatrali e per anni li ho ammirati per la costanza, per il coraggio. Mi sono indignata con loro, mi sono incazzata per loro e anche annoiata talvolta. Quello che è successo ieri sera (120.000 accessi contemporanei sulla rete), mi ha ripagato delle frustrazioni di anni. Per una volta, li ho visti lì, tutti insieme, fare qualcosa che mai prima si era pensato di fare: alzare la testa e trovare un'altra strada, non d'élite, non da pochi e contrari. Ho visto una volontà diversa, la volontà di chi, privato di qualcosa di fondamentale, va e se lo riprende, mutato e impreziosito dall'atto stesso. E nel farlo lancia un grido che arriva lontanissimo perché la rete ragazzi funziona e io ho pensato a voi, ho pensato a tutti quelli che come noi guardavano da lontano quel piccolo puntino, il Paladozza di Bologna, che per una notte è diventato una Piazza Virtuale dove trovarsi e rendere la nostra partecipazione effettiva. Per una notte, si è dimostrata la potenza del Dissenzo, per una notte c'è stata una vera Opposizione. Per una notte si è parlato di Cambiamento Radicale delle Coscienze. Per una notte ha soffiato il vento di una Rivoluzione.

25 marzo 2010

CI SIETE?

Collegatevi SUBITO!!!
RAIPERUNANOTTE

22 marzo 2010

BORSA DI STUDIO (comunicazione di servizio)

Il Ministero degli Affari Esteri ha messo a disposizione Borse di studio per cittadini italiani residenti all'estero I.R.E. (che poi è l'AIRE)

IL BANDO

Io non posso partecipare ma magari qualcuno di voi sì. Spicciatevi però che scade il 31 marzo!

15 marzo 2010

OPERETTA (A)MORALE TRA UN TELESPETTATORE E SUA MADRE

Tornando sul concetto di Idiocrazia a me caro mi è venuta in mente una serie di riflessioni che parte dal concetto stesso di maggioranza, che poi è costituita da persone sulle quali non si dovrebbe ragionare facedone un fascio. Eppure, pensando, sono molte le cose che accomunano la massa (come voleva il Canetti). Ad esempio la maggioranza oggi in Italia, non è silenziosa, è proprio muta, autistica direi; sprofonda tra i cuscini del divano ikea scomodo ma trandy, affonda il cervello nel tubo catodico fino a confondercisi e si esprime solo col televoto. La maggioranza è quella che 'pensa': finché ho due lire in tasca per comprare qualcosa che non mi serve, o indebitarmi per comprarla, va tutto bene. E di fronte ai drammi altrui aggiunge: se non mi riguarda in prima persona non me frega. Ammenoché non debba dimostrare di essere parte della parola ormai seviziata, 'solidarietà' e quindi spedisce l'eurino sms che tanto puzza di indulgenza. E' quella che si dimentica il congiuntivo ma sia mai, di fare la lampada, che conosce la data di inizio dei saldi ma non ha idea di che anno sia la Costituzione. E non lo sa, non perché non ha avuto la possibilità di accedere a un sistema scolastico educativo che la aiutasse ad elevarsi da una condizione sociale difficile (succede ma non nella maggioranza) ma perché proprio non le interessa. E non ne faccio un problema culturale. D'altronde la colpa, se ce n'è una, non è certo della maggiornaza stessa ma come di ogni figlio scapestrato, dei suoi genitori che oggi io non esito a identificare ahimè con la televisione stessa. Per questo si avverano tutte le peggiori previsioni da Orwell in su e in giù. Pochi post fa mi chiedevo, come si fa ad uscirne? Come? Oggi mi rispondo così, semplicemente. Ci sono due alternative affinché qualcosa cambi: una è aiutare il genitore di questo bambino difficile iniettandogli direttamente un Avatar nei tubi e quindi sostituirlo per sempre da dentro. L'altra è far incazzare la gente. Perché l'unica cosa che smuove le coscienza da che storia è storia, è la rabbia. E cosa fa incazzare di più della fame? Per questo nascono, pullulano, brulicano posti squallidi dove mangiare per un euro o vestirsi per un euro. Ecco perché il mercato cinese ci ha invaso. Se mantengo il tuo potere di acquisto alto, anche solo apparentemente e la tua fame a sottozero, so che non mi darai problemi.

Immagino così, sull'onda di queste riflessioni, questa breve operetta (a)morale alla stragua di quella del sommo vate (che mi perdoni!).

DIALOGO TRA UN TELESPETTATORE E SUA MADRE

Figlio mio!Allora, racconta, cosa hai imparato oggi?
Oggi mammy-telly ho imparato tante cose riguardo all'arte.
Oh ma bene! Dimmi, tesoro, cosa in particolare?
Ho imparato come fare la mossa della scossa, tenere il tempo con le dita sul microfono e anche che si deve dare il sederino alla telecamera mentre si balla e poi molto sul trucco e sulle acconciature.
Ma bravo, allora ora saprai quanto è importante anche avere uno smalto dei denti almeno di livello a2 e di come non debba passare mai più di un mese tra una lampada e l'altra.
Certo mammy-telly e anche sui tipi di silicone adatti a me!
Bene, così saprò cosa regalarti per il tuo prossimo compleanno. Riguardo la morale e la politica, figlio mio, oggi cosa hai imparato?
Questa materia è più complicata per me, ma oggi me l'hanno spiegata proprio bene e ho capito tutto!
Vedi che progressi nell'insegnamento!
Prima di tutto ho capito che la legge non è uguale per tutti perché semplicemnte non siamo tutti uguali. Mica può essere valida per me come per Amir! Infatti se uno è ricco e compra tutto e poi diventa politico mica può essere giudicato come gli altri. Allora può anche dire al giudice che lo vuole in tribunale, perché secondo lui, c'è qualcosa che non va, che non ha tempo e rimandare finché poi, giustamente, passa troppo tempo e non se ne parla più di quella cosa.
Perfetto. In fondo, figlio mio, che c'è di strano? Se io non ho tempo, non posso forse disdire il mio appuntamento dal parrucchiere?
Vero. La cosa che più mi è piaciuta però, è che si può cambiare le regole mentre si gioca a qualcosa. Tipo, a Monolpoli, se io ho vicolo corto e tu corso delle vittorie posso sempre a un certo punto dire che è vicolo corto che vale tanto e che corso delle vittorie è una cacca; oppure alla conta dei punti a briscola cambiare il seme della briscola con quello di cui io ho più carte. Chiaro no?
Infatti. Perché perdere? Perdere è qualcosa che va bene solo per i tubi rotti, come quello della maionese! Ma dimmi, tesoro, cosa hai capito del lavoro?
Del lavoro mammy-telly ho capito che se ne può fare tranquillamente a meno e che è invece meglio diventare parte dei famosi. Perché per diventare famosi non importa essere famosi davvero, bastano le cose che già so. Una volta famosi si è a posto.
Eh no!Qui qualcosa non l'hai capita. Non si è arrivati quando si è famosi, si deve combattere per restare famosi nel tempo e se proprio si viene dimenticati si ricorre agli ammortizzatori da riciclaggio come i reality, capito?
Giusto!Me lo stavo dimenticando, perché io mammy-telly, in verità non voglio diventare famoso, io voglio fare il re!
Ma come è ambizioso il mio figliuolino adorato! Peccato tu sia arrivato secondo...Ma è tardi, andiamo a tavola.
A proposito, abbiamo parlato anche di nutrizione e a me è venuta subito voglia di un cheeseburger!
Ma che tempismo
!
Tanto anche se mi riempio di grasso poi c'è quello del telefilm che me lo risucchia.
Giusto!
E visto che tra poco la tua festa voglio uscire a comprare qualcosa per te: una TE più grande magari, che non entra nella stanza, che per farla passare devo rompere tutto. Tanto mi ricompro cosa mi pare con la carta che mi hanno dato stamani a scuola. Posso spendere anche i soldi che non ho e affogare nel niente. Un naufragar dolce...
Mammy-telly, però pensavo...Ma se mi ammalo?O se poi qualcuno mi chiede i soldi che ho speso indietro?
Per quello amore non ti preoccupare. Ci sono le banche, le assicurazioni sanitarie e le case farmaceutiche...in pratica i tuoi nonni!
Ah..per un attimo mi era sembrato di aver imparato tutto per niente...

06 marzo 2010

C.....! LE SCARPE!!!

Sì, può succedere. Avrei scommesso di no. Come può un arbitro dimenticare il fischietto? Come farebbe un idraulico senza il pappagallo? O lo spazzacamino senza i suoi scovoli? E ditemi voi? Come fa un tanguero a dimenticarsi le scarpe??? Impossibile. E praticamente irrealizabile quando trattasi dell'esemplare femminile, la tanguera.

Eppure è successo. Mi è successo! Ancora stento a crederci :)

Che poi me ne sono accorta proprio al momento di cambiarmi le scarpe. Definitivamente tardi. A un'ottantina di km da casa per giunta. Che fare? Diverse le opzioni:
  1. ritirarsi e fustigarsi col cilicio notte natural durante.
  2. sottrarne un paio, dopo una breve occhiata verificatrice di misura, stile, colore, a una tua simile ignara e distratta nei saluti pre-serata.
  3. chiamare le pagine gialle o Bisio per sapere dove si trova il negozio di scarpe più vicino (chissa' com'e' il Bisio tedesco?).
  4. Provare con le scarpe da ginnastica di tre numeri piu' grandi, del tuo ballerino.
  5. Ballare tutta la sera in elegante calzino nero di cotone, rigorosamente in punta di piedi.
Le ho pensate tutte, più o meno, nell'ordine e alla fine ho optato per...
Ma sì..la numero 5...Che volete? Sono una ex-teatrante abituata a stare scalza in scena e alla fine, lo ammetto, mi è anche piaciuto, un pò.

(E poi la milonga era in un teatro; nello spazio scenico di una sala di teatro. Una bella milonga.)

Solo un pò, però. Perché dopotutto non posso che riconfermare alle scarpette quel valore intrinseco di tanguitudine che innalzano lo stile e la performance stessa come nessun altro oggetto.

Non sapete che gioia rimirarle, una volta a casa. Le mie otto paia di scarpe da tango...Una volta e' sufficiente. Non vi lascero' mai piu' a casa. Promesso.

E infatti uno di loro, si e' gia' offerto in sacrificio. Ora sta da solo, al freddo, in macchina. Pronto a venire in soccorso della sua amante-padrona, qualora mai ne avesse bisogno.

01 marzo 2010

PAROLA DI BARONETTO



Mi dispiace per la qualità ma vale la pena di provare a capire cosa ci sta dicendo Paul McCartney in questa intervista rilasciata a seguito di un'altra, durante la quale aveva dichiarato di consumare LSD.

A domanda, ho risposto, ci dice. E potevo rispondere dicendo la verità, o dicendo una bugia. Solamente questo ho scelto.

E aggiunge: "If you shut up about it, I will"

E quindi? Di chi è la responsabilità per certi allarmismi inutili e devianti rispetto all'uso delle droghe?

Chi crea l'eventuale cattivo modello? Chi rivela una cosa personale o chi la diffonde via media?

Il punto interessante, secondo me, sta proprio in mezzo.
Tra chi parla e chi ascolta. Sta nel capirsi. Nel valutare in fretta, chi ti sta davanti e decidere se LUI/LEI può sopportare la tua verità oppure no. Non sempre dire la verità è un merito. Come dice anche Tizi nei suoi aforismi. Perché la verità è come un regalo: a ognuno devi dare il regalo che più gli si addice.

Istigazione alla bugia?
No, istigazione alla riflessione; alla presa di coscienza della differenza che ci divide in quanto casi-umani unici e che ci rende alle volte molto complicato farci capire.

Elogio della differenza, in quanto ricchezza, solo quando compensa, colma, approfondisce e non quando distorce, travisa, rielabora a unico e proprio vantaggio.