« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

30 dicembre 2010

Virus Orribilis

Virus orribilis in quarta decade del dodicesimo mese mi colpì. Tra abbacinbanti dolori e delirium febris mi accasciai. Solo dopo molte ore rinvenni, rintontita ed evanescente.

Però che belle mangiate avevo fatto!

E speriamo che l'anno nuovo porti bene.
A tutti.

GUTEN RUTSCH INS NEUE JAHR!

15 dicembre 2010

DO UT DES

per l'appunto...




ma cambiera' mai qualcosa in Italia?

14 dicembre 2010

BANDERUOLE

Respinta la sfiducia al Senato e alla Camera.
Non mi aspettavo un risultato straordinario; si conferma lo squallore che gia' ben conosciamo eppure ho la nausea. No, non e' nausea e' rabbia. Sono incazzata tanto che comincio davvero a pensare che non ci sia piu' spazio per nessun dialogo, per nessuna pacifica trattativa, per alcun confronto dialettico. Sento dentro che contro l'abuso di potere non si possa rispondere che con durezza. Quale democrazia ci propinano? Quale corettezza ci viene mostrata? Come restare calmi e accoglienti davanti allo scempio delle Istituzioni? Come frenare l'ardire di rivolta contro chi si aggiusta le tasche in cambio di un voto? E contro chi quel voto lo compra per sfuggire alla Giustizia?

Non dobbiamo piu' resistere. Lo sterco e' cio' che meritano perche' come lo sterco galleggiano nel mare della loro vacuita'.

E per tutti quelli che oggi si son venduti, cito il sommo vate:

Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:

non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

Non meritano nessun altro commento.

10 dicembre 2010

Whatever works

Stamani mi sono alzata e così...out of the blue...ho avuto una pessima notizia. Mi è venuto in mente, allora, uno dei Film meritevoli di citazione che ho visto quest'anno: Whatever works di Woody Allen. Riporto qui di seguito un paio dei monologhi più belli (in italiano perché fate prima a leggere) ma anche le sequenze, iniziale e finale, in lingua originale.


Monologo iniziale di Boris Yelnikoff:

Perché volete ascoltare la mia storia?
Ci siamo già incontrati?
Ci siamo simpatici?
Sentite ve lo dico subito, ok, io non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me, e per essere chiari, questo non è un film per oh quanto mi sento bene. Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, fatevi fare un massaggio ai piedi.
...
Ma qual'è il signficato di tutto? Niente. Zero. Nulla. Tutto finisce in niente. Anche se non mancano gli idioti farfuglianti. Non parlo di me. Io una visione ce l'ho. Sto parlando di voi. Dei vostri amici. Dei vostri colleghi. Dei vostri giornali. Della TV. Tutti molto felici di fare chiacchiere. Completamente disinformati. Morale. Scienza. Religione. Politica. Sport. Amore. I vostri investimenti. I vostri figli. La salute. Cazzo, se devo mangiare nove porzioni di frutta al giorno per vivere, non voglio vivere. Io detesto la frutta e la verdura. E i vostri omega 3. E i tapis roulant. E l'elettrocardiogramma. E la mammografia. E la risonanza pelvica. E, oh mio dio, la colonscopia. E con tutto ciò, arriva sempre il giorno incui vi ficcano in una scatola. E avanti con un'altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita, e decideranno per voi quello che è appropriato. Mio padre di è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano. E lo potete biasimare? Con l'orrore, la corruzione, l'ignoranza, e la povertà, i genocidi, e l'AIDS, e il riscaldamento globale, e il terrorismo, e quegli idioti dei valori della famiglia, e quei maniaci delle armi. L'orrore di Kurz alla fine di Cuore di Tenebra, l'orrore. E beato lui non distribuivano il Times nella giungla, se no l'avrebbe visto l'orrore. Che si può fare? Leggetevi qualche massacro nel Darfur o di uno scuolabus fatto esplodere, e attaccate oh mio dio l'orrore. Poi girate pagina e finite le vostre uova di galline ruspanti. Perché tanto che si può fare? Si è sopraffatti. Anch'io ho tentato di suicidarmi. Ovviamente non ha funzionato. Perché mai volete sentire queste cose. Voi avete già i vostri di problemi. Sono sicuro che siete ossessionati da un gran numero di tristi speranze e sogni, dalle vostre prevedibilmente insoddisfacenti vite amorose, dai vostri falliti affari, ah se solo avessi comprato quelle azioni, se solo avessi comprato quella casa anni fa, se solo c'avessi provato con quella donna, se questo, se quello, sapete una cosa, risparmiatemi i vostri avrei potuto avrei dovuto. Come mia madre diceva sempre se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carrozza. Mia madre le ruote non le aveva, aveva le vene varicose. Eppure, la signora ha partorito una mente brillante, mi hanno preso in considerazione per il Nobel per la fisica. Non l'ho ottenuto, però si sa, è tutta politica, come ogni altra finta onoreficenza. Detto tra noi? Non crediate che io sia amareggiato per qualche batosta personale. Per gli standard di una insensata e barbarica civiltà, sono stato piuttosto fortunato.

Monologo finale di Boris Yelnikoff:
Ecco perché non lo dirò mai abbastanza. Qualunque amore riusciate a dare ed avere, qualunque felicità voi riusciate a rubacchiare o a procurare, qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni. E non vi illudete, non dipende per niente dal vostro ingegno umano. Più di quanto non vogliate accettare, è la fortuna a governarvi. Quant'erano le probabilità che uno spermatozoo di vostro padre tra miliardi trovasse il singolo uovo che vi ha fatto. Non ci pensate se no vi viene un attacco di panico.




29 novembre 2010

Come spacciarsi per italiano

Consigli pratici per un tedesco in vacanza in Italia:

1. Non ordinare il cappuccino con la pizza;
2. Non mangiare gli spaghetti con il cucchiaio e la forchetta;
3. Se sei al ristornate con amici non chiedere un conto separato;
4. Non ti cambiare il costume sulla spiaggia;
5. Vai ad un appuntamento con almeno un paio di minuti in ritardo;
6. Evita battute sugli stereotipi: mandolino, mafia e mozzarella;
7. Non portare i sandali coi calzini;
8. Non esagerare con l'abbigliamento Hi-Tech;
9. Non toglierti le scarpe per entrare in casa di amici o conoscenti;
10.In sauna vacci col costume!

Altro?

16 novembre 2010

CERCO UN PO' D'AFRICA IN GIARDINO???

Eh sì, capita anche che si incontrino persone che non condividano i tuoi interessi e che quindi non abbiano idea di cosa tu stia parlando mentre ne parli, appunto. E la conversazione diventa difficile o nei migliori dei casi interessante, ma impegnativa, tanto quanto è invece facile e goduriosa quando incontri qualcuno che già sa, capisce e tu puoi saltare la parte esplicativa e pedante del discorso per arrivare al confronto e magari anche a una sintesi.

E' un pò come parlare con chi parla la tua lingua, è tutto più veloce. Come tra amici del resto. Uno sguardo ed è tutto chiaro. Un sottotesto lungo da qui al sole. Non è così che forse ci si innamora? Quando anche senza dire niente, risulta tutto chiaro?

Quando parlo di tango, succede sempre che la gente si incuriosisce e io spiego di che si tratta, come funziona etc ,volentieri, perché in fondo me l'aspetto. Altra storia è in classe, quando con in mano una canzone mi rendo conto, dai commenti, dalle domande, che la semplice traduzione del testo non spiega nulla della canzone stessa, proprio come a scuola la parafrasi non diceva niente della poesia.
Come si fa a spiegare un emozione, un sentimento per di più legato al vivere italiano, a quel non detto ma vissuto da tanti se non tutti?
Come si fa a colmare quella distanza di esperienze, di formazione, di vita?

Certe cose o le senti o non le senti.

Proprio come il tango.

E come Azzurro:

10 novembre 2010

Servus! (and I mean that!)

Il titolo di questo blog nasce agli albori della mia esperienza in Germania, come diretta prosecuzione del blog che scrivevo quando stavo in America (Good Morning in Texas!).Mi piacque l'idea di mantenere un filo attraverso il titolo.Poi ho scoperto che quasi nessuno, specie in Baviera usa questo saluto al mattino, perché, come in tutto, anche in questo, i tedeschi son precisi e usano Guten Morgen al mattino e Guten Abend la sera.Poi ci sono i saluti locali.Qui in Baviera, il più gettonato è Grüß dich, ossia ti saluto che vale però per quando ci si incontra oppure Servus, che poi deriva dall'analoga parola latina che però significa schiavo. Curioso, perché anche la parola ciao ha la stessa origine, ossia deriva dal veneto sciavo che a sua volta deriva dal latino sclavus. E' un pò come se per salutarci, qualcuno si prostrasse ai nostri piedi dichiarando un incondizionato: Servo tuo! Forte. Oggi del tutto svuotato di tal significato, ce lo portiamo dietro come un sacco vuoto.
Anche per il verbo salutarsi, i tedeschi hanno due verbi, uno che indica il salutarsi di quando ci si incontra, (be)grüßen e una per quando ci si saluta, appunto, sich verabschieden.Che poi anche in italiano sarebbe così, salutarsi e accomiatarsi,congedarsi,licenziarsi; è solo che non le usiamo quasi più queste parole.Per timore, forse per riverenza, ci comportiamo in modo strano rispetto al nostro bagaglio linguistico prediligendo solo le parole più semplici, immediate, di facile e veloce comprensione, di effetto forse, e lasciamo nell'armadio e quindi nell'anticamera del dimenticatoio, le parole che specificano, che raffinano, che definiscono come scalpelli di precisione, la propria scultura linguistica.
Non sono una conservatrice, reazionaria e purista. Sono invece, perfettamente cosciente dell'indispensabile evoluzione dell' "organismo lingua", è solo che non sempre cambiamento e progresso significano effettiva evoluzione. Mi piacciono le contaminazioni, i calchi e anche i neologismi ma non butterei un vecchio maglione di cashmere per uno alla moda in poliestere.

La lingua è lo specchio dei tempi e considerato come parlano in tv c'è poco da star tranquilli.
(E infatti la qualità dei vestiti in vendita nelle maggiori catene è pessima!)

03 novembre 2010

C'E' CHI C'HA LUI e LA LEGA E CHI INVECE....

Stendo in incipit un velo pietosissimo sull'ultimo discorso pronunciato dal Presidente (parola che in queste vesti non meriterebbe la maiuscola), in difesa delle sue voglie sessuali. Non c'è bisogno di aggungere niente. E' ormai chiaro come il sole che danno immenso sia per il nostro Paese e quale sarà il giudizio degli storici nei futuri manuali. Manca solo da capire, quanto ancora brancoleremo nell'oscurità, distratti dal Niente, col cervello obeso di grasso mediatico e defecatori di masse infertili.

E mentre le Lega si defibrilla per ogni centesimo versato al sud, per monnezza e terremoti, qui vi racconto la storia normale di un'immigrata. Il suo nome fa assonanza coi raggi di sole e i petali di rose; ha gli occhi d'ambra e i tacchi alti. E' una rifugiata politica, scappata dal suo Paese, ostaggio della teocrazia, l'Iran. Questo occidente, l'occidente che conobbe la repressione e ne pagò il fio, le ha dato una casa, la possibilità di imparare la lingua e anche un sussidio per il suo sostentamento. Lei ora frequenta l'Università e lavora part-time in una scuola. Dice che non può tornare a casa; che la famiglia le manca, però...qui vuol restare. E quando parla, gli occhi strabordano di entusiasmo e propositività, come chi, dopo una lunga malattia, guarisce e finalmente esce di casa.

Conoscendola, ho pensato a quanto diversa sia la vita, guardata da una prospettiva in tutto diversa dalla tua. Anche un bicchiere di vino ha un altro sapore. Mi son sentita bene per lei e sono sicura che lei saprà nel futuro, come ripagare e onorare il suo nuovo paese.

Non credo che la famiglia di Andrea Sutik o di Maricica Hahaianu, le due donne rumene, uccise in questi giorni in Italia per mano di due italiani, potranno mai capire perché questa storia non è stata anche la loro.

27 ottobre 2010

come 'parmigiano' o come 'piacere'?

E che differenza c'è??

Mi rispondono così, non sempre ma spesso...

Il fatto è che non la sentono proprio, la differenza tra la 'c' e la 'g' dentali, (velari è invece abbastanza chiaro), intendo. E come si fa a spiegare un suono? E' come far capire una nota a uno stonato, tu gliela canti e lui ti imita, convinto anche di averla beccata e invece...L'orecchio, questa fantastica macchina, registra ma è il cervello che elabora e se il cervello quel suono non lo ri-conosce, non ci sono storie. Bisogna insegnarglielo. Sì, ma come? Con l'esercizio, tanto tanto tanto esercizio. Piano piano capiranno la differenza e piano piano cominceranno a saperla riprodurre. Anche se, avere un certo accento, in una lingua straniera non è poi così male. Sempre che non ti renda incomprensibile, ti connota di una certa differenza. Una volta al supermercato, da Kroger, in America, il commesso mi chiese da dove venisse un accento così 'cool' (eppure per i non nativi, questo 'accento' non è individuabile). Non so, magari era un modo come un altro per abbordare, ma a me personalmente piacciono le differenze tout court e quando i miei studenti (tutti adulti e vaccinati) mi dicono 'è buono il parmiciano!' io sorrido. D'altronde anch'io ho le loro stesse difficoltà. Ho difficoltà a riprodurre con naturalezza la 'h' o a rimarcare la differenza tra Ö e O ma anche Ü e U. Una fatica che non sentivo per i dittonghi del francese. Non so, ma di certo imparare una lingua a 10 anni cambia molto la capacità di assorbimento e imitazione di un suono da parte del cervello.
Noi adulti scaraventati in mezzo ad altri adulti così uguali e così diversi,non abbiamo altra scelta che provarci, buttarci e sorridere ogni volta che sbagliamo. Non ho mai avuto così chiaro come adesso, quanto sia importante nella vita, non prendersi troppo sul serio, anche se si insegna all'università.

19 ottobre 2010

Allora???

Da stamattina, in ordine:
- mi son svegliata col mal di testa
- ho rotto gli occhiali da sole nuovi ( e infatti non servono qui!)
- freddo boia (3°C)
- brividi e mal di gola (conseguenza del precedente:CdP)
- mezzo cicchetto della capa a pranzo (e l'ho pure incontrata per caso!)
- rotti i lacci della borsa della spesa
- cascate le uova per strada (CdP)
E sono solo le tre!

13 ottobre 2010

UN GIORNO DIVERSO


Bigliettini di auguri sparsi, colazione con marmellata di arance fatta in casa in un posto bello come il paradiso, quelli del Coniglio alla radio che mi fanno ridere e frasi che hanno tutto il senso dell'affetto che riempie. Rendo grazie alle rete! Son qua e brindo con tutti voi che mi volete bene!
Perché alla fine ciò che conta è davvero poco.

06 ottobre 2010

WAKA WAKA PER MINZOLINI

Io ho firmato anche la Petizione.


01 ottobre 2010

IO MI CHIAMO NESSUNO

Come Ulisse si premura di dire a Polifemo, anche noi, figli di un paese che ci ha generati, abbondati e quindi spinti al di là dei suoi confini, ci ribattezziamo sotto il nome di Nessuno. Il nostro Polifemo è il Paese, il gigante da un occhio solo, incapace di vedere la realtà. Quello che ancora non ha stabilito il nesso tra causa ed effetto. Come girini nell'acqua, scivoliamo sotto le sue gambe, ferme e incollate, come colonne a una terra inospitale. E lui lento, impacciato avanza affannato nella melma, proponendo azioni inesorabilmente in ritardo. Siamo l'acqua che scorre e si muove, adattandosi al percorso del fiume. Siamo Nessuno, perché viviamo in una dimensione che non è riconosciuta ma imposta, quella della mobilità, quella del nomadismo obbligato da una transumanza lavorativa. Siamo Nessuno perché non sappiamo più a cosa apparteniamo. Sappiamo da dove veniamo, dove siamo cresciuti ma sappiamo anche che i sogni e le aspettative che dall'infanzia ci accompagnarono negli anni, a un certo punto sono volati via, evaporati con la voglia di provarci ancora. Nessuno all'anagrafe, Nessuno per l'INPS. Nessuno quando qualcuno ci domanda "ma poi che farete?". Come tanti Nessuno ci muoviamo da un continente all'altro, da una città all'altra, da una casa all'altra. A passi incerti ma fieri, alla volta di orizzonti fertili che facciano rinascere da qualche parte nel profondo, la speranza di trovare almeno un posto nel mondo. Come i viaggiatori che nell'Ottocento affrontavano l'ignoto, ci imbarchiamo su navi dalla destinazione incerta ma attracchiamo a porti sempre più sicuri di quello lasciato tanto tempo fa. Una specie da terzo millennio, mutoide per definizione, nata sul bilico e che per necessità salta la siepe tutte le volte che deve. Che sarà di noi quando qualcuno poi chiederà a Polifemo: chi ti ha ucciso? Uno scheletro riempito di vuoto, di tutto quel vuoto che ha ingurgitato, lui non potrà che rispondere: "Nessuno mi ha ucciso".
E noi siamo quel Nessuno.

Questo post nasce da questa lettura.

27 settembre 2010

Che giorno della settimana sei nato?

Con Marte come scudo o Mercurio tra i piedi? Forse con il famoso Saturno contro?
Qui trovi il tuo profilo.
Buona settimana all'insegna della Leggerezza!
PS-per chi se lo chiedesse, io son nata con la Luna storta, of course :)

23 settembre 2010

14 settembre 2010

ADRO: L'ORDA BARBARA IN ARRIVO

Come spesso accade il segreto è contenuto nel nome stesso: ADRO, il simpatico comune della simpatica provincia di Brescia, già famoso per la vicenda dei bambini esclusi dalla mensa scolastica, torna a far parlare di sé. E torna appunto al passo di un'ORDA barbarica pronta a sfilare in tutta la sua devastante inciviltà. L'ultima operazione del simpatico sindaco, riguarda ancora una volta, la scuola che questa volta si è vista fisicamente trasformare in un edificio griffato Lega dalla lavagna allo zerbino. In pratica è stato stampato ovunque il simpatico simboletto del partito della Lega. Modello Invasione Barbarica. Come si fa ora ditemi, a spiegare a uno che non l'ha capito da sé, la gravità di questo atto? E perché allora non fare anche i grembiulini e il corredino di cancelleria griffato per tutti i bambini? Lui si difende dicendo che quello è il simbolo culturale della sua città e declassa tutta la questione (come la stessa Gelmini!) a una mera esibizione folkloristica (la sfilata di un'orda barbarica appunto!). Sarei curiosa di vedere cosa succederebbe però, se al mio paese griffassimo gli autobus con la falce e il martello! Ma se si parla di simboli intrinsechi alla cultura di un posto, d'altronde, quale miglior colore del Rosso per la Toscana?
E qui il link al simpatico discorso del sindaco per l'inaugurazione e la benedizione della nuova scuola. Qui parla in particola dell'importanza del simbolo: il sole delle Alpi!

10 settembre 2010

SEPTEMBERFESTZEIT


A due anni dal mio arrivo qui, mi sono finalmente battezzata: eine ganze Maß nur für mich! In pratica un litrozzo di birrabona! Che poi era solo questione di suggestionalbilità: ordinandola mi pareva di esagerare in partenza e quindi preferivo prenderne metà per volta! Son tornata a casa strisciando un pò coi piedi ma non mi son mai divertita tanto all'elezione di una miss. La mattina ancora me la ridevo sotto i baffi ripensando alle performance degli astanti alla mia tavola. Che benedizione!

01 settembre 2010

1°SETTEMBRE

Eccomi qua, ottimista tanto da presentarmi in aeroporto con sandali e pantaloncini e come un ospite che sbaglia orario, imbarazzata e smarrita, ho congelato il mio entusiasmo di vacanziera sulla via del rientro, all'ombra dell'egida severa dei 7°scarsi.

Un nuovo ciclo riparte da oggi. Nuove sfide mi impensieriscono e vecchie sfide vinte mi supportano. La fatica di ricominciare è mitigata dal rumore del mare che persiste ancora non sbiadito come le risa innocenti e assordanti dei piccoli amori lasciati a casa.

Il sentimento di casa è forte e affido a un poeta d'eccellenza il ritratto di un momento vissuto.

SOTTO CASA

Ieri, vagando in un quartiere
fuori mano, passai sotto la casa
dove solevo entrare adolescente.
Amore ivi s'apprese alla mia carne,
con la sua forza prodigiosa.

E ieri,
come passai per quella strada antica,
d'un subito imbellirono per incanto d'amore
le pietre, i magazzini, i marciapiedi,
e muri, e balconi, e finestre:
nulla di brutto era rimasto, là.

Come ristavo e guardavo la porta,
ristavo, e m'attardavo laggiù sotto la casa,
tutto l'essere mio risprigionava
l'emozione, serbata, di piacere.

Costantino Kavafis

04 agosto 2010

ISPIRAZIONE ZERO

Prima di partire per le vacanze volevo scrivere un bel post, sul blog e su di voi miei amici-blogger, ma l'ispirazione non decolla dalla pista e quindi vi dico semplicemente quello che ho pensato.

Pochi siete, pochi eppure cari, come degli amici. Alle volte vi penso e vi penso come amici, che non conosco di persona, è vero, ma che immagino e che soprattutto mi sento di poter indovinare quel che direste o che pensereste su un qualcosa. Alle volte racconto quel che avete scritto e comincio con:"Un mio amico mi ha detto...". In questi anni di lontananza dall'Italia, mi son sentita spesso sola, e devo ringraziare voi se spesso, con un messaggio lasciato qui o un qualcosa che avete scritto, mi son sentita meglio.

Ho iniziato a scrivere dopo qualche mese che abitavo in America. Pensavo fosse il modo più pratico e veloce per comunicare con gli amici e la famiglia in Italia; un valido sostituto delle e-mail collettive. Avrei aggiunto foto e video e commenti etc. Di fatto la stragrande maggioranza degli amici mi ha ignorato. Non sono interessati alla blogsfera, dicono. Troppa fatica leggere, poco tempo etc. Solo alcuni mi hanno raccontato di aver letto e pochissimi mi hanno seguito almeno per un pò. A tratti. Mi sono scoraggiata molte volte. Per chi scrivo? A chi scrivo? Mi sembrava di lanciare sassi nel vuoto più frastornante perché denso di potenzialità eppure impotentemente sganciato dal resto della rete e del mondo.

Ho deciso che avrei scritto per me, per lasciare una traccia nella mia memoria di tutto quel che di strano stava accadendo nella mia vita, così piena di cambiamenti. Così il blog è diventato Lo strumento per obbligarmi a ricordare. Fantastico. Ottima scelta di cui mi rallegro ogni volta che, di rado, vado indietro e rileggo questo o il blog americano o quello di tango. Post vecchi di quasi 4 anni che son lì, intatti come erano. Preziosissimi per me.

Per strada poi, siete arrivati voi, lettori e blogger a vostra volta. Alcuni andati e venuti, poi tornati,poi riandati; alcuni arrivati e restati. Uno, anzi una, entrata nella mia vita. Altri aggiuntisi in corso d'opera; altri che passano di rado; altri che leggono e non parlano; altri che lo fanno per cortesia; altri ancora che leggiucchiano di sfuggita e di sfuggita commentano. Che ognuno fruisca di quanto scrivo come vuole (purché non mi si plagi).

Però oggi io penso a quei pochissimi di cui all'inizio. Quelli che leggo a mia volta, quelli che son curiosa di sapere cosa hanno scritto, quelli che mi piace pensare come amici. Voi sapete chi siete. E io so che siete là, dall'altra parte del mondo ma a portata di click. Ecco a voi mando un abbraccio virtuale ma denso di senso.
Buone vacanze e ci "rivediamo" a settembre!

30 luglio 2010

BABBO NATALE NON ESISTE

Non so se a voi è capitato , ma accade spesso che i bambini, a un certo punto della loro vita, intorno ai 10 anni forse, debbano subire un imprecisato numero di piccoli traumi da infrangimento di realtà immaginifiche, da parte proprio di coloro che quelle realtà avevano costruito con dispendio di sforzo e maestria. Così, uno a uno precipitano giù i protagonisti di quelle tante storie che noi avevamo creduto più o meno vere, consci, spesso, ma compiacenti, del tacito accordo che si stabilisce tra adulti e piccini al fine di salvaguardare la nostra fantasia. Tra le vittime più comuni: babbo natale e la befana, l'uomo nero (conosciuto anche nella variante dialettale come 'bubbo'), la cicogna con tutti i cavoli e per me anche un certo 'ciuchino' al quale sono tuttora affezionata.
Un altro risveglio, piuttosto brusco, ci aspetta, di solito, intorno ai trentanni, quando realizziamo che i nostri genitori non sono poi così perfetti come pensavamo.
Esiste però un intermezzo temporale nel quale siamo passibili di grandi fascinazioni, e nel quale questi crolli, quando avvengono, portano come inevitabile conseguenza un aggancio sistematico al filone del neopessimismo quantico-nichilista, dal quale noi riteniamo non sia facile rialzarsi. Accade, infatti, ma solo raramente spero, che improvvisamente i tuoi punti fermi comincino a muoversi cambiando direzione come delle sfere sotto forza magnetica e attirate quando qui quando là esternino la gran confusione che tu, proprio appoggiandoti a loro, avevi superato. Un movimento poco ordinato e poco rassicurante al quale si cerca di non dare importanza credendo nella sua transitorietà ma che invece, finisce con l'assestarsi proprio là, lontano; dove tu non sei mai stato, tra quelli che la 'pensano così diversamente da te' per cui è quasi impossibile comunicare. E qui l'ennesima caduta.
Un tonfo, quello di Giovanni Lindo Ferretti, (leader prima dei CCCP poi dei CSI e dei PGR, infine solista) che ha aperto, con le parole che seguono, una crepa nel terreno delle mie convinzioni, minando non tanto la mia fede di donna di sinistra, quanto piuttosto quella nell'integrità etica delle persone, non di chi giammai l'ebbe ma di chiunque, nessuno escluso.

Intervista a Giovanni Lindo Ferretti da un articolo apparso su Blitz il 31 marzo 2010

«Lasciare la scheda bianca? Mi disturba. Meno male che c’è la Lega, altrimenti non avrei saputo per chi votare»: queste le dichiarazioni di Giovanni Lindo Ferretti, storica voce del punk italiano già a capo di gruppi come Cccp, Csi e Pgr, circa la sua preferenza espressa in occasione delle ultime elezioni regionali.

«Non è la prima volta che voto per la Lega Nord», ha dichiarato l’artista nel corso di un’intervista rilasciata all’edizione di Reggio Emilia de “Il Resto del Carlino”: «Fino a pochi giorni fa ero quasi convinto di dare il mio voto al Pdl. L’ultimo discorso del presidente Berlusconi sulla faccenda araba non mi è piaciuto, anzi lo ringrazio perché così mi ha chiarito le idee facendomi risolvere quello che era un mio problema e cioè a chi dare il voto. D’altra parte come cittadino mi sento in dovere di votare e lasciare la scheda bianca mi disturba. Il nostro è un Paese molto complicato con tanti problemi da risolvere. Ormai sta prendendo campo il sistema che più che votare a favore di qualcuno si vota contro il presidente. Meno male che c’è la Lega Nord. Preferisco scegliere, consapevole che eleggiamo signori che stanno lì solo cinque anni. Berlusconi ha molti pregi, però ultimamente sta attraversando un periodo pesante e particolarmente sfortunato».


IO PREFERISCO RICORDARMELO COSi':

E ANCHE COSì:


E' fondamentale per me pensare all'umano e a suo credo in perenne divenire ma non posso non amareggiarmi quando il divenire porta all'opposto di dove siamo partiti.
Che Ferretti non fosse più comunista-bolscevica già si capiva dalla svolta da CCCP a CSI:

Barbaro umanesimo bolscevico
L'età del bruci il mondo caschi in terra
L'età del tutto giù nuova la terra
Rosso fiammante
Splendente in età acerba di passione
Rosso fiammante
MA SENZA ETA' MATURA MARCIA E IMPOSTURA

No problem. Scoprire nuove cose, riscoprire dei valori, quelli cristiani nel suo caso. Ben venga.
Benedetto sia il cambiamento. La fissità è propria solo delle cose morte.

Ma il tradimento mai.

23 luglio 2010

UN LIBRO PER L'ESTATE

Tra poco scendo in Italia (VIVA!VIVA!) e posso fare un nuovo rifornimento (CHE BELLO!CHE SODDISFAZIONE!). Quali libri mi consigliereste? (COSA AVETE LETTO DI RECENTE CHE VI HA STRABILIATO?) E soprattutto: perché? (VEDIAMO SE MI CONVINCETE :) Possibilmente cose uscite in questi ultimi due anni. (CHE MI DEVO TENERE AGGIORNATA! ).

GRAZIE! (magari poi lo facciamo, il giochino, anche con un DISCO, che poi era l'oggetto originale del titolo di quella trasmissione che non ricordo più!)

19 luglio 2010

FESTIVAL DER KULTUREN

Qui, in Baviera, si organizza questo piccolo festival ogni anno. Un festival che, io credo, sia il simbolo di uno sforzo politico-sociale che va nell'unica direzione possibile, ossia quella dell'integrazione multietnica. Il dato di fatto è che che questa mescolanza etnica già c'è, è sotto i notri occhi in tutta Europa. Quello che si può scegliere è solo se operare e soprattutto se cooperare affinché l'integrazione sia effettiva e non solo un dato da anagrafe.

Le difficoltà sono molte, proporzionate alle differenze, religiose e culturali, ma sono convinta che l'appartenenza ad un sottinsieme più grande possa, sotto l'egida assistenza dei lumi, arginare ogni inceppo al meccanismo di fluido rimpasto delle genti.

Ieri sera, circondata da un mare di turchi che cantavano in coro le canzoni di questo artista combattente, mi sono sentita bene, avvolta dall'armonia di una lingua che non conosco ma che mi faceva venire i brividi. Capivo, li capivo e avevo solo voglia di cantare insieme a loro.

Zülfü Livaneli



Livaneli è una delle figure più eminenti della vita culturale turca: un narratore di razza, come dimostra Felicità, a lungo in testa alle classifiche di vendita nel suo paese. Omer Zülfü Livaneli è nato a Ilgin, in Turchia nel 1946. In gioventù ha creato un compagnia di publishing ad Ankara ma i problemi politici degli anni '70 hanno influenzato la vita di molti intellettuali. Venne accusato per i suoi ideali politici e imprigionato per tre mesi. Dovette quindi emigrare in Svezia dove studiò filosofia e musica. Dopo Stoccolma si trasferì a Parigi e Atene e tornò in Turchia nel 1984 dove proseguì non solo la sua attività di scrittore ma anche di regista. (da http://www.zam.it/biografia_%D6mer+Z._Livaneli)

13 luglio 2010

LA DOMANDA CLOU IN PERIODO DI SALDI

Non ho mai avuto un bel rapporto con gli specchi ma nemmeno pessimo. Normale, ecco. Me ne servo e me ne sono sempre servita. Diciamo che non soffro della sindrome di Narciso (anche perché bisognerebbe forse prima essere belli!). Però uno specchio lungo e stretto in casa mia non manca mai. Mi serve per avere quell'immagine d'insieme, che ti rende più conscio di te stesso, per quanto io, alla fine, non sia mai soddisfatta di questo stato di coscienza. Non nel senso di piacersi o meno, ma proprio su quanto e come ci si percepisce, ci si concepisce come corpo insomma. Credo che non sia affatto semplice, seppure forse, sia più semplice avere un'idea su ciò che siamo fuori che non su ciò che siamo dentro. Devo dire che il teatro e attraverso di lui, lo yoga, le varie tecniche per il training, la danza etc mi hanno aiutata e molto, soprattutto a capire le capacità del mio corpo e di conseguanza anche i suoi limiti. Ad ogni modo, non so se a voi capita ma cambio spesso idea su di me e questo dipende sicuramente da come sto, come donna pure, ma anche da un'altra cosa, ossia dall'altro della coppia in questione: lo specchio. Ci sono così tanti tipi di specchi e soprattutto di superfici che riflettono l'immagine: dalle banali vetrine, al tè nella tazza, alle fiancate delle auto etc. Allargati come pesci palla, schiacciati come sardine, allungati come sgombri, ondulati come mante o deformati come scorfani, guizziamo da un posto all'altro rimbalzando gioiosi, divertiti, scandalizzati, depressi o perplessi a seconda di quel che abbiamo visto. E non importa se ci è semplicemente capitato l'occhio o se quell'immagine l'abbiam cercata noi; quel che vale è il riflesso che ci ha catturato come pesci nella rete.

E ora vengo al dunque: secondo voi è giusto piazzare nei negozi filate di specchi dimagranti?

08 luglio 2010

PAUL IL POLPO, AVEVA RAGIONE

Malgrado l'evidente indecisione che lo ha copito proprio sull'ultimo pronostico, Paul, aveva poi optato per la scatoletta spagnola. Eppure quei tentacoli allungati come mani misericordiose verso il tricolore giallorossonero,aveva fatto pensare anche a possibili ribaltamenti. Tanto che io personalmente, non avevo dubbi. Sarebbe stata poi l'Olanda a castigare questa giovane squadra miltikulti. Mi sono ricreduta dopo i primi dieci minuti. La Roja era evidentemente superiore. Ho pensato tutto il tempo a quell'ammasso di persone in centro soffocate dalla vuvuzela e frastornate dalle bandiere. Mi sono immaginata le facce. Beh..Forse erano meglio esaltati che depressi...
E poi, ora che ci faranno con le centinaia di bandierine, bandiere enormi, bandiere da auto, bandiere-lenzuolo, bandiere tatuate? Suppongo le ricicleranno.

05 luglio 2010

TRA COMPAESANI

Ma come sarà bello trovarsi tra toscani all'estero? A me fa proprio simpatia e poi, quando i toscani in questione sono per giunta in Germania per offrire un catering, la gioia raggiunge livelli altissimi. Salsiccina di cinghiale, prosciuttino sotto'olio con olive, crostini toscani, crostini vari, pecorino e parmigiano di quelli veri, tutto con vino come dio comanda. Se poi questi stessi toscani, un pò come babbo e mamma in delega, ti regalano un chilo di panebonotuosciocco, che si può voler di più da un'uggiosa domenica tedesca?

Mi sono un pò ripresa dalla tristeza nostalgiosa y toda argentina post tragica sconfitta.

01 luglio 2010

PROPRIO COSI'

per gentile suggestione di Tizi...

28 giugno 2010

IPERATTIVITA'

Finito l'inverno mi sentivo piena di energia; poi, dopo due settimane, è tornato l'inverno e come tutte le piante anch'io ho abbassato la testa ma a differenza delle sorelle vegetali, io penso. Cogito, capito? E cerco alternative. Quindi sono fuggita. La fuga in Egitto :) per scappare da questo inverno di troppo. Mi son vissuta la mia estatina e ora che finalmente è ri-arrivata l''estate' anche qui (quanto dura non si sa, ma per ora c'è), nell'attesa, che mi auguro sia più lunga di ogni aspettativa, mi sento come una formica in iperattività pre-gelo. Una formica posseduta dalla cicala però, perché non me ne frega niente di organizzare quello che sarà e di pensare ai momenti duri che dovrò attraversare. Ho solo voglia di fare, di andare in giro e scoprire pezzi di mondo. E il bello è che non mi basta mai! Sono affetta da una bulimia sui generis che mi spinge a cercare di continuo eventi e posti da esplorare, di percorrere strade, di annusare i profumi, di meravigliarmi e assaggiare le diversità che incontro. Mi sento nomade e felice. Senza niente che mi costringa, senza obblighi, senza una vita delineata davanti. Anche se non è così, io mi ci sento. Almeno oggi, libera.

Effetti collaterali? Il portafogli: sempre più mencio. Ma se fossero questi i mali della vita...


Ma voi lo conoscevate il Partenone della Baviera??

25 giugno 2010

MAGRA CONSOLAZIONE

Ci ero appena riuscita ed è già tutto finito. Eh sì, avevo messo su un gruppetto niente male di italiani per guardare le partite del mondiale; purtroppo la parola 'partite' è rimasta al singolare! Ma che ci vogliamo fare? Almeno i politici non potranno spostare ancora a lungo tutta l'attenzione degli elettori sul calcio e forse qualcuno si concentrerà e magari risponderà anche a qualche domanda. Sempre che non si cominci a parlare della canicola estiva!
PS - intanto anche io sposto l'attenzione e morto un papa....insomma, ho proposto al gruppetto di trovarci per tifare Argentina!Olé!

13 giugno 2010

MONDIALI SUDAFRICA

Quelli del 2006 li ho fatti in Italia. Dopo un mese dalla vittoria sono partita e non sono più riuscita a tornare in Italia (per starci intendo). Adesso ci risiamo e domani, proprio domani, gioca l'Italia. Io non amo il calcio, seguo solo i mondiali e per questo mi sento un pò come quei cattolici che vanno in chiesa solo a pasqua e a natale. Ma chissene! Domani vorrei vedere la partita. Anzi vorremmo. Però dove? Con chi? Fa tristezza da soli in casa, come se stessimo guardando uno dei duemila film visti accocolati sul divano (che pure è un'attività adorabile). Questa è una partita!

AAA - Cercasi compagnia casinista e godereccia che tra battute e troiai (nocciolinedolciumieschifezzesimili) ci faccia sentire un pò a casa...

Che poi, se non bastasse ci si è messa anche la Rai a menarla. Non si vedono più il Tg2 e il Tg3 on line, ammenoché tu non voglia vedere, oggi, i telegiornali del giorno prima. Che ti basti il tg1! Questo è il messaggio. Comunque è il sito per intero (www.rai.tv) che è notevolmente peggiorato. Ora ti devi ciucciare la pubblicità anche sul web e con l'alta definizione la maggior parte delle volte i programmi non girano.

Ci saremo mica accorti che le persone che si informano via rete sono tante? Rischiamo forse di perderne il controllo? Sembrerebbe proprio di sì. Solo che sarà un pò più diffcile riuscire a censurare la rete. Ce la farà? Oddio...Se considero tutto quello che sta succedendo in questo momento in Italia, tra la legge Bavaglio e le dichiarazioni di Berlusca sul servizio rai, abbiamo poco da star tranquilli.

06 giugno 2010

TRA IL SINAI, LA GIORDANIA E IL MAR ROSSO (che poi è variopinto!)

Sì, sì, sì. Era quello che ci voleva. La vacanza a fine maggio al mare è una cosa buona e giusta. Cercherò di replicarla perché è stata una botta di calore e benessere che mi ha fatto rinvenire dall'incartapecorimento post inverno. E la cosa più bella è che ora ho anche tutta l'estate davanti per continuare a gioire. Mi sono conquistata un pezzetto di estate in più e messo così, all'inizio della stagione mi ha dato grande soddisfazione.

Ho passato una settimana a 35-40° in totale relax, tra buffet, aperitivi in piscina e nuotate in un mare che assomiglia più a un acquario in realtà. Sdraiata al riparo da un sole perpendicolare che cuoce un pezzo di costa ai piedi del Sinai. Un lembo di terra che guarda l'Arabia saudita e la Giordania mentre tiene a bada alle porte Israele. Una striscia di niente e di tutto, perfetta per dimenticarsi.

Prima di partire mi ero fatta un pò di cultura ittica (se è la parola giusta) e soprattutto su cosa di pericoloso avrei potuto incontrare spinnettando nel mar rosso. Mi sono stampata un elenco con lista verde (fermati e ammira) e lista rossa (=scappa se lo vedi). Sufficientemente accaldata mi sono avvicinata all'acqua equipaggiata da perfetta esploratrice snorkeling e proprio prima di tuffarmi ho visto a un metro da me un pesce che mi era parso di aver visto nella lista e subito dietro un altro sempre conosciuto. Ma di quale lista?Rossa o verde? Oddio...a me sembrano...cazzo!

1°incontro ittico - pesce scorpione














2°incontro ittico - pesce titano












Insomma due tipini della lista rossa che non son niente male: il primo per il veleno anche mortale e il secondo per il caratteruccio aggressivo che combinato ai dentini sporgenti ti può rimandare a casa senza qualche dita.
Morale e conclusione del primo approccio all'acqua: congestione e ko per le 3 ore successive.
Ma non perso la voglia e il giorno dopo c'ho riprovato e qui potete vedere qualcosa di quello che ho visto...
Sono seguiti molti bagni e molti incontri in cui ho preso sempre più confidenza tanto da non andare nel panico quando nel blu profondo l'ho visto. Sembrava piccolo e deve anche essersi spaventato perché non ho fatto in tempo ad avvertire il mio prode cavalier mascherato, che era già scomparso. Chi? Ma uno squaletto, of course!

Ho faticato solo un giorno obbligandomi a un tour in Giordania. Non potevo non approfittare dell'occasione di vedere la rosea città nabatea, Petra, quella di Indiana Jones per intenderci. Là, mentre arrancavo nei 10 km di sterrato tra salite e salite, è nata la voglia di tornarci. Vorrei vederla di notte, camminando per il canyon a naso all'insù, ammirando il chiarore della luna rimbalzare nelle nude pareti che assumono chissà quali sfumature di colore. Incontrare qualcuno forse dagli occhi color dell'ambra e un sorriso accecante che ti offre un passaggio sul dorso di un cavallo beduino. Cavalcare e immaginare di essere dove esattamente sei, in un altro mondo o in un post fuori dal mondo che pure c'è, nascosto come una gemma tra le rocce inospitali di un deserto troppo vasto per orientarti e troppo affascinante per lasciarti passare indenne al suo richiamo.

Petra è un diamante rosa che ulula come una sirena in un mare di sabbia e roccia.

Riesco a stento a immaginare la gioia di quell'esploratore svizzero che per primo entrò là dentro dopo mesi di ricerche, sicuro di trovarla. Mosso dalla fede, ha aspettato, annusato, affannato finché si sarà trovato là, nel punto del canyon in cui alzando lo sguardo, ti sembra di vedere qualcosa che non credi sia possibile, un miraggio che nel giro di pochi passi si innalza davanti a te come un gigante che si sveglia da un sonno durato secoli. Un connubio di Storia e Natura sotto la cui ombra si può anche smettere di sognare.

21 maggio 2010

UN MITO BAVARESE

Da queste parti è adorato.Purtroppo io mi godo solo questo personaggio tra i tanti che fa come cabarettista e anche i film non sono semplici perché in bavarese!Ospite dello Sprachenkongress al quale ho partecipato qualche tempo fa, ho provato ad ascoltarlo e mi son sentita come forse si sentirebbe un bavarese davanti a zelig...l'unica merda che non ride!

Gerhard Polt als Papst




e con questo video vi saluto per tornare, abbronzata, spero, tra un paio di settimane!

18 maggio 2010

ARIA DI MARE

Rientrata da Praga sto affrontando la settimana di lavoro con quell'energia che ti dà solo il pensiero di un'altra prossima vacanza, questa volta più lunga e finalmente al caldo. Tutto il freddo sofferto nell'ultimo anno mi ha fatto ripiegare per una fuga laddove mai pensavo di andare, ebbene sì sul Mar Rosso. La meta dei turisti per antonomasia ma anche il posto più economico e davvero caldo raggiungibile senza troppo stress. Da quando ho cominciato a viaggiare questa è la prima volta che compro un All Inclusive e la cosa mi crea anche un certo imbarazzo misto ad ansia. Abituata a programmare tutto da sola con guide e mappe mi sento strana all'idea di avere tutto già pianificato da qualcun'altro. D'altronde quando ce vo' ce vo' e dopo questo inverno non voglio altro che mare e sole! E speriamo che la nube si sposti verso nord!!!

08 maggio 2010

Ma questoTony non sarò mica io?



Pare che ci sia arrivato. Malgrado lo stile 'sottilissimo' e affabulatore, questa volta, non protetto dai soliti personaggi come Pancotti Maurizio, Ascanio si è fatto cogliere in castagna attirando l'attenzione e le conseguenti intimidazioni di Tony Mafioso. E ora? Non è che siamo in odore di nuove epurazioni? E se da questo gli venisse in mente, a Tony, di cominciare a controllare anche quanto avviene nelle sale dei piccoli teatri più o meno off? E se trovandoci tanto per cui arrabbiarsi gli venisse poi in mente che anche nei bar e nei circoli si parla tanto tanto e poi che pure nei film, che escono in tutto il mondo, si potrebbero dire cose che a lui non piacciono? Se insomma capisse che oltre alla TV e tre-quattri giornali c'è tutto un mondo che dice la Sua e che questa sua non è la sua di Tony?

Oggi leggevo su Le Scienze un articolo che parla di come le balene siano, una volta morte e adagiate in fondo al mare, nutrimento e habitat naturale per molte specie microbiche.

Non so perché ma ho pensato a tutti coloro che giacciono in fondo all'oceano al largo dell'Argentina e ho voluto immaginarli così come tante balene che, morte da anni, sono diventati l'oasi rigogliosa in un deserto senza vita. Intorno a loro, a quel che di loro rimane, nascono e si moltiplicano nuove specie prima sconosciute. Una specie che nata da quelle ossa, a quelle ossa sempre terrà fede.

Le parole di Ascanio Celestini contenevano quelle di Peppino Impastato di cui domani ricorre l'anniversario della morte.
Non in fondo al mare ma sui binari sono queste ossa. Ossa che in silenzio non ci stanno. E così in silenzio non ci possono stare tutte le specie microbiche che da loro sono nate.

05 maggio 2010

PRAGA. ISTRUZIONI PER L'USO?

Tra poco mi concedo una mini-vacanza e siccome Praga è a poche ore di macchina...

Cercasi suggerimenti, consigli, segnalazioni, raccomandazioni, dritte da chiunque di voi ci sia stato e abbia voglia di rendermi partecipe della sua esperienza. Potete anche scrivermi in privato, klar!

Děkuji.
(=grazie!)

28 aprile 2010

IN CORSA FUORI DAL CENTRO

L'ho voluto fermare quel momento. Quello di me nel parco, da sola, che sorrido e mi do una pacca sulla spalla. Perché per uno di quei momenti ce ne sono cento negativi e di solito mi vien da scrivere di più quando di quei momenti sono preda. Oggi, già, ad esempio, è tutto finito: quel sorriso è tornato ad essere smorfia di fatica per la concentrazione che va e viene e la perenne insoddisfazione per tutto quello che non ho ancora imparato e forse mai imparerò; la passeggiata una corsa con la bici sempre sgonfia o un affanno per trovar parcheggio con la macchina; la pacca sulla spalla una sberla a me stessa per tutte le volte che 'non ci siamo'.

'Non ci siamo'. Noi, ossia 'io e me'. E' questa la sensazione: di essere io che rincorre me. Corre per starmi dietro, a come cambio, a come penso, a quante cose stupide e inutili sballotto nella testa, senza posa, senza centro. Per questo quel momento acquisisce un'aura sacrale, perché per quell'attimo mi acchiappo e sono lì, tutta intera con i miei mille problemi (veri e presunti) ma quieta, con tutte le stesse problematiche irrisolte ma calma, con le stesse insoddisfazioni ma serena. Perché per un secondo almeno, serafico, va davvero tutto bene.

26 aprile 2010

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI

Diceva in una sua commedia De Filippo. Quando studiavo all'Università l'avevo adottato come IL motto e tra gli esami c'era anche letteratura teatrale e quindi lui, il grande Eduardo. Passata ormai da molti anni la Laurea, il motto è rimasto incontestabilmente valido e anche se sono uscita dal mondo accademico, non ho fatto altro che confrontarmi con prove su prove. Devo dire che aver cambiato in questi ultimi anni dimore e prospettive passando dal vecchio al nuovo e poi ancora al vecchio continente, mi ha tenuto sotto sforzo e continuo allenamento. Basti pensare all'allenamento linguistico al quale mi sono piegata e mi piego parlando praticamente ogni giorno tre lingue; al cambio di Capi o referenti, sul lavoro e al cambio di lavoro stesso! O agli esami veri e propri, come le prove di lingua o i colloqui; per non pensare a quello che può sembrare scontato ma che in un posto nuovo non lo è affatto: ossia capire come funziona tutto, dalla A di anagrafe alla Z di ZONZO!

Ci sono momenti in cui mi sento così stanca che penso solo a una cosa: trovare un'alternativa! Now! Poi le cose vanno avanti e guardando indietro contemplo (sì sì!) il cammino che ho alle spalle e mi vien da sorridere. Malgrado la fatica (che è tanta davvero!) ho capito che preferisco fare di più che di meno e spingermi in situazioni più difficili che non cercare la via più semplice che magari, dà anche rapida soddisfazione ma in breve tempo annoia anche (almeno me) e ci tiene fermi lì.

Così questo fine settimana ho frequentato per lavoro, un corso di aggiornamento professionale per insegnanti. Tornando a casa, a piedi attraverso il parco, distrutta soprattutto mentalmente, ho pensato che poco più di un anno fa conoscevo un paio di parole in tedesco e niente più, nemmeno di questa città.
Così un'onda impulsiva è partita da sé e mi ha fatto appoggiare la mano destra sulla spalla sinistra, blandendola con un paio di colpetti dolci e sicuri come quelli di un padre.
Ed ecco...mi sono sentita bene.

19 aprile 2010

FRIGORIFERO-MONTALCINI=1-0

Il Governo si riempie la bocca pubblicizzando ai quattro venti i nuovi incentivi per elettrodomestici e motorini, arrivando a stanziare la bellezza di 300 milioni di Euro per l'occasione.

Sempre lo stesso Governo si imbelletta appena può con grandi frasi a effetto contro il Fascismo e tutto ciò che ne conseguì (leggi raziali in primis).

La prima domanda è: perché invece di disperdere tutti quei soldi per comprare qualche lavatrice in più, (perché non credo che in questo modo si esca dalla crisi come vorrebbero farci credere), non ha destinato qualcosina in più, all'altrettanto famigerato rientro di cervelli, per i quali sono stati stanziati, udite, udite! 6 milioni di euro, o in generale alla ricerca?

La seconda domanda è: perché allora sostiene e appoggia questo tipo di...come chiamarle...cazzate (metto solo il link perché non voglio ospitare cose simili nella mia pagina)?

Non so a voi, ma a me vien solo da rispondere male.

Propongo, in alternativa, una bella centrifugata di nazi da usare come sturacessi.

E ora, se volete, ascoltatevi O' Frigideiro di Bruno Lauzi (proprio qui a fianco, nel mio Ipod) e non ci pensate più!

13 aprile 2010

COSE TEDESCHE!

Ieri sono stata pagata per un lavoro. Un bel lavoro. Che mi piace, che faccio per passione nel tempo libero. La Musicalizadora, ossia la Tango DJ. Cosa c'è di strano, a parte la fortuna di prendere dei soldi per fare ciò che si ama fare? (e io sono un asso a trovarmi 'sti lavori!)

Ma che mi hanno pagato in anticipo! Il lunedi per qualcosa che farò venerdì.

Roba da matti!Ed è strano per me perché quando lavoravo in teatro, in Italia, dovevo spesso andare a ricordare ai miei datori di lavoro, che mi dovevano pagare. Ma è così strano che guardo e riguardo la busta con i soldi e mi sento quasi a disagio. E se venerdi mi ammalo? Così tanto strano che ho deciso che non la apro fino a sabato. Ecco, ora va già meglio.

08 aprile 2010

COME NON DETTO

Dall'ultimo post è passato un secolo. Un secolo perché le vacanze in Italia sono già iniziate e finite e soprattutto perché anche le elezioni sono passate e non sono andate propriamente come avevo immaginato. Questa volta la sconfitta è più amara perché, come avrete capito, mi ero un pò esaltata; dopo mesi di oscurantismo avevo ricominciato a sognare e invece il popolo che credevo risorto, non c'è o almeno non è definibile come popolo ma al massimo ancora come spicciola minoranza. Da toscana mi risulta forse più difficile ancora credere a questo esito funesto ma anche la mia terra d'altronde, è cambiata. Per quanto ancora 'rossa' non è più, infatti, la regione che mi ha visto crescere e sono sempre più numerosi i 'brutti discorsi' che sento in giro. Sento un profondo rammarico per tutto questo spreco di tempo perché per quanto indubbia io voglia credere la riscossa, la vedo sicuramente rimandata a più in là.

E poi vista dall'alto l'Italia incanta di una bellezza mitica, stretta così tra due mari come la vita di una bella donna cinta dalle mani accoglienti di un uomo; agghindata da una cintura di lagune su un fianco e una collana di arciplelaghi sull'altro, mentre un cappello increspato di neve la ripara dai venti.
Senza l'ombra di una nuvola risplende sotto di me mentre immagino di essere io ad abbracciarla.

26 marzo 2010

W LA RIVOLUZIONE

Sarò una sentimentale ma io ieri sera a seguire da quassù Raiperunanotte, mi sono emozionata davvero. Stamani mi sono alzata e senza voler leggere niente ancora (e non vedo l'ora di sapere cosa han detto Tizio e Caio) mi è venuta voglia di condividere questo sentimento positivo di comunanza, di partecipazione che passando i confini geografici, diventa molto più forte di quello che anima ad esempio le manifestazioni o i concerti. Per anni, ho seguito questi personaggi nelle loro attività giornalistiche, televisive, teatrali e per anni li ho ammirati per la costanza, per il coraggio. Mi sono indignata con loro, mi sono incazzata per loro e anche annoiata talvolta. Quello che è successo ieri sera (120.000 accessi contemporanei sulla rete), mi ha ripagato delle frustrazioni di anni. Per una volta, li ho visti lì, tutti insieme, fare qualcosa che mai prima si era pensato di fare: alzare la testa e trovare un'altra strada, non d'élite, non da pochi e contrari. Ho visto una volontà diversa, la volontà di chi, privato di qualcosa di fondamentale, va e se lo riprende, mutato e impreziosito dall'atto stesso. E nel farlo lancia un grido che arriva lontanissimo perché la rete ragazzi funziona e io ho pensato a voi, ho pensato a tutti quelli che come noi guardavano da lontano quel piccolo puntino, il Paladozza di Bologna, che per una notte è diventato una Piazza Virtuale dove trovarsi e rendere la nostra partecipazione effettiva. Per una notte, si è dimostrata la potenza del Dissenzo, per una notte c'è stata una vera Opposizione. Per una notte si è parlato di Cambiamento Radicale delle Coscienze. Per una notte ha soffiato il vento di una Rivoluzione.

25 marzo 2010

CI SIETE?

Collegatevi SUBITO!!!
RAIPERUNANOTTE

22 marzo 2010

BORSA DI STUDIO (comunicazione di servizio)

Il Ministero degli Affari Esteri ha messo a disposizione Borse di studio per cittadini italiani residenti all'estero I.R.E. (che poi è l'AIRE)

IL BANDO

Io non posso partecipare ma magari qualcuno di voi sì. Spicciatevi però che scade il 31 marzo!

15 marzo 2010

OPERETTA (A)MORALE TRA UN TELESPETTATORE E SUA MADRE

Tornando sul concetto di Idiocrazia a me caro mi è venuta in mente una serie di riflessioni che parte dal concetto stesso di maggioranza, che poi è costituita da persone sulle quali non si dovrebbe ragionare facedone un fascio. Eppure, pensando, sono molte le cose che accomunano la massa (come voleva il Canetti). Ad esempio la maggioranza oggi in Italia, non è silenziosa, è proprio muta, autistica direi; sprofonda tra i cuscini del divano ikea scomodo ma trandy, affonda il cervello nel tubo catodico fino a confondercisi e si esprime solo col televoto. La maggioranza è quella che 'pensa': finché ho due lire in tasca per comprare qualcosa che non mi serve, o indebitarmi per comprarla, va tutto bene. E di fronte ai drammi altrui aggiunge: se non mi riguarda in prima persona non me frega. Ammenoché non debba dimostrare di essere parte della parola ormai seviziata, 'solidarietà' e quindi spedisce l'eurino sms che tanto puzza di indulgenza. E' quella che si dimentica il congiuntivo ma sia mai, di fare la lampada, che conosce la data di inizio dei saldi ma non ha idea di che anno sia la Costituzione. E non lo sa, non perché non ha avuto la possibilità di accedere a un sistema scolastico educativo che la aiutasse ad elevarsi da una condizione sociale difficile (succede ma non nella maggioranza) ma perché proprio non le interessa. E non ne faccio un problema culturale. D'altronde la colpa, se ce n'è una, non è certo della maggiornaza stessa ma come di ogni figlio scapestrato, dei suoi genitori che oggi io non esito a identificare ahimè con la televisione stessa. Per questo si avverano tutte le peggiori previsioni da Orwell in su e in giù. Pochi post fa mi chiedevo, come si fa ad uscirne? Come? Oggi mi rispondo così, semplicemente. Ci sono due alternative affinché qualcosa cambi: una è aiutare il genitore di questo bambino difficile iniettandogli direttamente un Avatar nei tubi e quindi sostituirlo per sempre da dentro. L'altra è far incazzare la gente. Perché l'unica cosa che smuove le coscienza da che storia è storia, è la rabbia. E cosa fa incazzare di più della fame? Per questo nascono, pullulano, brulicano posti squallidi dove mangiare per un euro o vestirsi per un euro. Ecco perché il mercato cinese ci ha invaso. Se mantengo il tuo potere di acquisto alto, anche solo apparentemente e la tua fame a sottozero, so che non mi darai problemi.

Immagino così, sull'onda di queste riflessioni, questa breve operetta (a)morale alla stragua di quella del sommo vate (che mi perdoni!).

DIALOGO TRA UN TELESPETTATORE E SUA MADRE

Figlio mio!Allora, racconta, cosa hai imparato oggi?
Oggi mammy-telly ho imparato tante cose riguardo all'arte.
Oh ma bene! Dimmi, tesoro, cosa in particolare?
Ho imparato come fare la mossa della scossa, tenere il tempo con le dita sul microfono e anche che si deve dare il sederino alla telecamera mentre si balla e poi molto sul trucco e sulle acconciature.
Ma bravo, allora ora saprai quanto è importante anche avere uno smalto dei denti almeno di livello a2 e di come non debba passare mai più di un mese tra una lampada e l'altra.
Certo mammy-telly e anche sui tipi di silicone adatti a me!
Bene, così saprò cosa regalarti per il tuo prossimo compleanno. Riguardo la morale e la politica, figlio mio, oggi cosa hai imparato?
Questa materia è più complicata per me, ma oggi me l'hanno spiegata proprio bene e ho capito tutto!
Vedi che progressi nell'insegnamento!
Prima di tutto ho capito che la legge non è uguale per tutti perché semplicemnte non siamo tutti uguali. Mica può essere valida per me come per Amir! Infatti se uno è ricco e compra tutto e poi diventa politico mica può essere giudicato come gli altri. Allora può anche dire al giudice che lo vuole in tribunale, perché secondo lui, c'è qualcosa che non va, che non ha tempo e rimandare finché poi, giustamente, passa troppo tempo e non se ne parla più di quella cosa.
Perfetto. In fondo, figlio mio, che c'è di strano? Se io non ho tempo, non posso forse disdire il mio appuntamento dal parrucchiere?
Vero. La cosa che più mi è piaciuta però, è che si può cambiare le regole mentre si gioca a qualcosa. Tipo, a Monolpoli, se io ho vicolo corto e tu corso delle vittorie posso sempre a un certo punto dire che è vicolo corto che vale tanto e che corso delle vittorie è una cacca; oppure alla conta dei punti a briscola cambiare il seme della briscola con quello di cui io ho più carte. Chiaro no?
Infatti. Perché perdere? Perdere è qualcosa che va bene solo per i tubi rotti, come quello della maionese! Ma dimmi, tesoro, cosa hai capito del lavoro?
Del lavoro mammy-telly ho capito che se ne può fare tranquillamente a meno e che è invece meglio diventare parte dei famosi. Perché per diventare famosi non importa essere famosi davvero, bastano le cose che già so. Una volta famosi si è a posto.
Eh no!Qui qualcosa non l'hai capita. Non si è arrivati quando si è famosi, si deve combattere per restare famosi nel tempo e se proprio si viene dimenticati si ricorre agli ammortizzatori da riciclaggio come i reality, capito?
Giusto!Me lo stavo dimenticando, perché io mammy-telly, in verità non voglio diventare famoso, io voglio fare il re!
Ma come è ambizioso il mio figliuolino adorato! Peccato tu sia arrivato secondo...Ma è tardi, andiamo a tavola.
A proposito, abbiamo parlato anche di nutrizione e a me è venuta subito voglia di un cheeseburger!
Ma che tempismo
!
Tanto anche se mi riempio di grasso poi c'è quello del telefilm che me lo risucchia.
Giusto!
E visto che tra poco la tua festa voglio uscire a comprare qualcosa per te: una TE più grande magari, che non entra nella stanza, che per farla passare devo rompere tutto. Tanto mi ricompro cosa mi pare con la carta che mi hanno dato stamani a scuola. Posso spendere anche i soldi che non ho e affogare nel niente. Un naufragar dolce...
Mammy-telly, però pensavo...Ma se mi ammalo?O se poi qualcuno mi chiede i soldi che ho speso indietro?
Per quello amore non ti preoccupare. Ci sono le banche, le assicurazioni sanitarie e le case farmaceutiche...in pratica i tuoi nonni!
Ah..per un attimo mi era sembrato di aver imparato tutto per niente...

06 marzo 2010

C.....! LE SCARPE!!!

Sì, può succedere. Avrei scommesso di no. Come può un arbitro dimenticare il fischietto? Come farebbe un idraulico senza il pappagallo? O lo spazzacamino senza i suoi scovoli? E ditemi voi? Come fa un tanguero a dimenticarsi le scarpe??? Impossibile. E praticamente irrealizabile quando trattasi dell'esemplare femminile, la tanguera.

Eppure è successo. Mi è successo! Ancora stento a crederci :)

Che poi me ne sono accorta proprio al momento di cambiarmi le scarpe. Definitivamente tardi. A un'ottantina di km da casa per giunta. Che fare? Diverse le opzioni:
  1. ritirarsi e fustigarsi col cilicio notte natural durante.
  2. sottrarne un paio, dopo una breve occhiata verificatrice di misura, stile, colore, a una tua simile ignara e distratta nei saluti pre-serata.
  3. chiamare le pagine gialle o Bisio per sapere dove si trova il negozio di scarpe più vicino (chissa' com'e' il Bisio tedesco?).
  4. Provare con le scarpe da ginnastica di tre numeri piu' grandi, del tuo ballerino.
  5. Ballare tutta la sera in elegante calzino nero di cotone, rigorosamente in punta di piedi.
Le ho pensate tutte, più o meno, nell'ordine e alla fine ho optato per...
Ma sì..la numero 5...Che volete? Sono una ex-teatrante abituata a stare scalza in scena e alla fine, lo ammetto, mi è anche piaciuto, un pò.

(E poi la milonga era in un teatro; nello spazio scenico di una sala di teatro. Una bella milonga.)

Solo un pò, però. Perché dopotutto non posso che riconfermare alle scarpette quel valore intrinseco di tanguitudine che innalzano lo stile e la performance stessa come nessun altro oggetto.

Non sapete che gioia rimirarle, una volta a casa. Le mie otto paia di scarpe da tango...Una volta e' sufficiente. Non vi lascero' mai piu' a casa. Promesso.

E infatti uno di loro, si e' gia' offerto in sacrificio. Ora sta da solo, al freddo, in macchina. Pronto a venire in soccorso della sua amante-padrona, qualora mai ne avesse bisogno.

01 marzo 2010

PAROLA DI BARONETTO



Mi dispiace per la qualità ma vale la pena di provare a capire cosa ci sta dicendo Paul McCartney in questa intervista rilasciata a seguito di un'altra, durante la quale aveva dichiarato di consumare LSD.

A domanda, ho risposto, ci dice. E potevo rispondere dicendo la verità, o dicendo una bugia. Solamente questo ho scelto.

E aggiunge: "If you shut up about it, I will"

E quindi? Di chi è la responsabilità per certi allarmismi inutili e devianti rispetto all'uso delle droghe?

Chi crea l'eventuale cattivo modello? Chi rivela una cosa personale o chi la diffonde via media?

Il punto interessante, secondo me, sta proprio in mezzo.
Tra chi parla e chi ascolta. Sta nel capirsi. Nel valutare in fretta, chi ti sta davanti e decidere se LUI/LEI può sopportare la tua verità oppure no. Non sempre dire la verità è un merito. Come dice anche Tizi nei suoi aforismi. Perché la verità è come un regalo: a ognuno devi dare il regalo che più gli si addice.

Istigazione alla bugia?
No, istigazione alla riflessione; alla presa di coscienza della differenza che ci divide in quanto casi-umani unici e che ci rende alle volte molto complicato farci capire.

Elogio della differenza, in quanto ricchezza, solo quando compensa, colma, approfondisce e non quando distorce, travisa, rielabora a unico e proprio vantaggio.

25 febbraio 2010

YOU HAVE AN INTERESTING PRESIDENT

Stamani parlando con una collega americana di attualità, (terremoto dell'Aquila e l'uragano Katrina passando per l'immondizia di Napoli e il disastro di Haiti) trovavo conferma su come sia effettivamente distorto il mondo dell'informazione. In altre parole è come se i giornali e tv italiani scegliessero sempre o quasi di far vedere una faccia della medaglia (riguardo ciò che accade in Italia) e quelli esteri quella opposta. Ora, premesso che a me pesa la derisione continua a cui sono sottoposta in quanto italiana all'estero, credo che ci sia del marcio nell'uno e nell'altro caso e che non posso non appoggiare la 'travagliana' linea giornalistica (che fu di Montanelli, Biagi etc) che sceglie sempre e comunque di raccontare i fatti e non l'interpretazione dei fatti. Perché tutto questo crea ovviamente un pò di confusione nella mente specie di chi, come me, vive all'estero e cerca di stare aggiornato rispetto a quanto avviene nel suo paese, leggendo sia quotidiani stranieri, non molti, che nazionali. Alla fine per farsi un'idea precisa si deve sudare! Comunque credo che anche da parte loro, certi quotidiani tedeschi (non so quale perché mi hanno riportato la notizia) potevano anche evitare di titolare 'In Italia si mangiano i gatti in Tv' o qualcosa di simile...Non bastava massacrarci con le sparate di Berlusca, bisognava proprio parlare anche del Bigazzi?
A proposito, stamani ho letto questa che mi era sfuggita:

«Faremo un'eccezione per chi porta belle ragazze»«Si sa che sono single...».
Detto dal Berlusca a Berisha, premier albanese, in occasione di una sua visita ufficiale, in riferimento al problema degli sbarchi clandestini.

Ma smetterà mai di sparare cazzzate? O è come chiedere ad un cul di non far trombetta?
(citazione dantesca!)

22 febbraio 2010

MA CHE? DAVVERO DAVVERO?

Parlare male di Sanremo è come sparare sulla croce rossa e anche molto noioso da leggere nella media. Ma perché continuare a guardarlo?
Io lo guardo da quando sono nata e pur riconoscendone tutti i limiti per me rimane una roba di famiglia e mi diverto a commentare e tifare. Banale? Non abbastanza intellettuale? Sì come molte cose delle cose che mi diverto a fare. E mi vien da sorridere quando so di persone che 'si trovano' a guardarlo e ci cercano ancora una volta, invano, (come del resto già sanno) anche quel qualcosa che loro chiamano qualità. Puah!

16 febbraio 2010

SIMPLY AMAZING!




L'autore di questa foto..UPS...non è una FOTO è un QUADRO, è Ralph Goings, uno degli esponenti, vivente, del movimento iperrealista statunitense nato alla fine degli anni '60.

E chistu chi è?
Un altro trucco! Questo di Duane Hanson, lo scultore che ci ha regalato questo genere di personaggi fantasticamente reali e tragicamente verosimili, simboli di una vuotezza che richiama molto più la fibra di vetro che li costituisce che non la dimensione dalla quale lo scultore li ha estrapolati.

Mi sono chiesta molte volte che senso abbia per un pittore indagare in questa direzione quasi maniacale della riproduzione del reale, che senso abbia cercare di riprodurre la realtà sulla tela nell'era della fotografia, ora per giunta digitale, della realtà virtuale etc. Non lo so, di fatto, e credo che ogni artista abbia la sua fondamentale risposta.

Rimane comunque un tentativo di indubbio fascino e di progressiva e strabiliante conquista. E alla fine cosa c'è di più umanamente importante se non tendere, proprio come limiti matematici, verso un qualcosa di perfetto?

10 febbraio 2010

Hier ist wieder schneeschaufeln!

Come potete verificare dal termometrino qui alla vostra sinistra qui fa ancora un freddo bestia. E quando ci si sveglia la mattina col rumore delle pale che grattano via il ghiaccio e spostano i cumuli di neve non c'è dubbio che ti puoi già armare dei tre strati termici da assalto perché fuori è di nuovo tutto bianco. Ancora? Beh lo scorso anno ha continuato a nevicare fino ad aprile quindi...Diciamo che per loro non è un problema. Perché? Perché sono tedeschi. Ieri in classe uno studente ha replicato alle mie osservazioni, così ingenuamente italo-texane, sul freddo di questi giorni dicendo: "Beh, che problema c'è? E' inverno!!"; "Già", rispondo io "il problema è che anche in Italia ora è inverno!".

La stessa parola acquisisce sfumature di significato ben diverse da una lingua all'altra. E da un posto all'altro!

Subito dopo un altro ha colto l'occasione per ribadire quanto divertente sia per lui spalare la neve la mattina! De gustibus und de tempore non disputandum est...oder??

Ok. "Oggi parliamo della gestualità italiana tipica...". E su questo cari miei studenti, avete ben poco 'gusto'!

06 febbraio 2010

CI RITORNO SU

Se ne è già parlato molto. Troppo a mio avviso e nel modo sbagliato, sentenziando cioè sulla scelta fatta dalla Rai. Mi riferisco al 'Caso Morgan'. Premetto di avere una forte simpatia per Morgan ma non come personaggio televisivo bensì come musicista e compositore, per quello che scrive, che ha scritto e spesso anche per quello che dice e i contenuti che porta, anche in televisione. Mi piacevano i Blu Vertigo e mi piace quello che fa da solista. Detto questo trovo, come spesso mi succede, veramente bieco il polverone mediatico sollevato da una semplice intervista a un cantante.

Primo. Un artista non è un politico e non rappresenta un modello. Non deve elaborare leggi sul controllo e la diffusione della droga ma scrivere canzoni. Non ci si aspetta, o meglio non ci si dovrebbe aspettare, nessuna coerenza comportamentale o integrità morale. Un artista crea e quello che crea viene donato a chiunque lo voglia. E sottolineo 'lo voglia'. Quando avevo 17 anni amavo visceralmente The Doors e in particolare il loro leader che per me rappresentava un mito sì ma non per come viveva ma per quello che esprimeva attraverso la sua musica. Amavo il suo sguardo sul mondo. Ed è sempre così: non si amano gli artisti per come sono nella vita ma per quello che raccontano. Cosa fanno, come sono, sono affar loro.
Non sono stati eletti da nessuno e a nessuno devono render conto di quello che fanno nella loro vita privata (se non ai loro cari e nei limiti del lagale ovvio). E a me francamente non interessa nemmeno. Io come pubblico decido se comprare o non comprare certi dischi. Stop. Ed è sempre la gente che decide se leggere un'intervista e cambiare o meno idea su un artista, sulla base delle rivelazioni che per puro narcisismo, questo e quell'altro artista ha fatto. Sanremo ha la sua logica e da questa logica rimane fuori un ragionamento di questi tipo? Ok. Che venga escluso. Chi cazzo se ne frega? So già che Sanremo è di partenza incompatibile con un certo livello musicale e non mi sorprende.

Secondo. Perché quindi, sottoporsi come artista al martirio mediatico che ne è conseguito? Perché farsi usare come bandierina da sventolare dall'uno o dall'altro a favore di una o un'altra cosa. A me fa specie. Perché Morgan non se ne è stato a casa sua accettando la decisione e dedicandosi ad altro? Cosa viene fuori alla fine da tutto questo? Una roba tipo: "Sei stato cattivo e quindi sarai punito e non parteciperai al festival. Però, se ti impegni e TI FAI AIUTARE, ti perdoniamo." Ma siamo pazzi? Morgan aiutato dalla Meloni! Ma tu Morgan sei fuori? Possibile arrivare a questo per un pò di pubblicità in più? Ma come si permettono e come puoi tu offrirti così, come carne per le arpie, da fare a bradelli, sacrificando una vera dignità e indipendenza di pensiero?

Credo che la direzione, la bussola che punta a un nord di levatura intellettuale sia persa anche per coloro che non lo credevano.

30 gennaio 2010

LA COSA

Qualche tempo fa mi arriva un coso da Miko che mi chiede di cosare. Già questa cosa mi pare strana ma mai come la cosa che mi cosa. "Vogliamo cosare una cosa interessante, che cosa tanti ma non troppi, che cosa tante cose e che soprattutto che ti fa cosare e poi.... si fa per cosare! Ho già cosato con Cosma e tu ci cosi?". La cosa è accattivante e penso di cosarci volentieri e poi i cosi sono sempre delle cose da sperimentare. Allora accoso e tra non molto coserete il frutto di questa cosa che incosa insieme Cosko, Cosma, Cosen, Cosico, Cosenzo, Cosandro, Cosanna etc un bel team di Cosi che cosano volentieri e sopra ogni cosa aspettano anche loro di capire cosa la Cosa sia.

24 gennaio 2010

LE TRE SCIMMIETTE

Ci sono ricascata! Ieri sera ho guardato una puntata di Annozero di Santoro. Dopo anni e anni avevo smesso e invece in un attimo di debolezza ho ripreso e gli effetti sono gli stessi, devastanti. Mi si riconfermano una a una tutte le impressioni già archiviate: il suo tono brusco con solo alcuni degli inviati come Ruotolo o con Vauro, la direzione della trasmissione sgamabile troppo facilmente (e se lo è per me lo è per i tanti che poi il giorno dopo scrivono le solite palle), Travaglio sempre più convincente nei suoi monologhi, Vauro anacronisticamente simpatico, gli ospiti che si alterano e non si lasciano parlare gli uni agli altri lasciando noi telespettatoti immobili in una smorfia che sta a significare 'non capisco un c...' e poi anche, ma solo in alcuni casi, 'ma possibile che non siate capaci di cambiare schema ecchecazzo?'; il pubblico sempre troppo di parte (che anche se è la mia parte, secondo me penalizza il programma); le comparsate di Grillo, in genere estorte dalle sue apparizioni e invece ieri con un'intervista-spot-propaganda elettorale per le prossime regionali; e in conclusione quel sentimento che mischia in una bava schiumosa rabbia, delusione e sconforto per tutta la catena di riflessioni che scosciano una volta spento il televisore.

Ma possibile che Grillo non abbia altro spazio in televisione? Possibile che in Italia tutte le minoranze politiche abbiano i minuti in proporzione alla loro ipotetica forza elettorale? Ma come si fa allora a cambiare? Come si cerca una valida alternativa a un sistema politico che sta per affondare ed evitare che porti dietro il nostro malconcio paese? La chiamiamo Seconda Repubblica. Come di fronte a una cosa nuova, abbiamo avuto bisogno di cercare un nuovo nome. Ma dove stava la novità? Che al posto della Dc e di Craxi ci stava, e ahimè ci sta! chi per loro pagava e comandava?? Fatemi capire se potete perché a me le cose sembrano sempre così chiare ed inequivocabili ma allora mi chiedo come si possa continuare con le normali attività di governo. Come si fa a non dire 'Alt, adesso le cose sono chiare per tutti e non solo per noi che le abbiamo sempre, come casta, non solo sapute ma anche avallate e taciute, ed è quindi giunto il momento di finirla qui. Deponiamo ogni potere così maldetenuto e cediamo il passo a chi speriamo possa non prendere esempio da noi.'

E che ci vuole? O forse cosa o meglio chi, non ci vuole??

Non ci vuole chi, come lui, continua a non rispondere a nessuno degli interrogativi che chicchessia si permetta di porgli (compresa quella sulla provenienza del famoso miliardo); siano giudici o giornali o gente comune lui non risponde. Ma se non voleva rispondere di niente perché è sceso in campo a ravanare? Non lo sapeva che ravanando sotto gli occhi di tutti ci poteva anche essere qualcuno che poi qualche domanda in testa se la metteva e che magari poi aveva anche voglia di farsi rispondere?
Non ci vuole chi, come i suoi alleati studiano le mosse degli scacchi da anni in modo di arrivare a vincere la partita e rimpiazzare il re senza cambiare le regole; non ci vuole chi, come quelli dall'altra parte, non ha nessuna intenzione di scoperchiare le carte e manifestare in maniera definitiva e combattiva la propria indignazione a certe leggi-truffa;
non ci vuole chi, come me, preferisce alle volte non guardare, non parlare e non sentire. Come le tre scimmiette. Perché alla lunga sentir gridare 'Al lupo!Al lupo!', vedere accorrere e risvanire tutto in una bolla di sapone, non convince più.

E allora voi mi chiederete cosa allora serve a questo punto?

17 gennaio 2010

IL MONDO SOTTOSOPRA

Un pò di anni fa ho scritto un progetto per realizzazione di uno spettacolo per partecipare a un concorso e vincere, nel caso, i soldi per poi metterlo in scena. Il tema era questo del mondo sottosopra. Tutta la riflessione per me partiva da una domanda precisa ossia: "Cosa succede quando il mondo si ribalta su se stesso?". Ovviamente la domanda ha un forte contenuto metaforico e mi ricordo che da lì sviluppammo solo una delle possibili centinaia di situazioni nelle quali si può verificare un ribaltamento simile e se non erro, perché parlo di 12 anni fa, fu 'la guerra'. Non vincemmo il Premio, molto prestigioso per il teatro di ricerca e noi eravamo ancora poco mature. Di fatto mi è rimasta in mente, quella domanda e come spesso mi accade, è diventata una di quelle domande che mi faccio girare nella testa periodicamente cercando nuovi punti di vista da cui osservarla, non tanto per risponderle ma per approfondirla ancora.
Quando ho sentito la notizie sul terremoto ad Haiti quella domanda ha rifatto capolino e qui di seguito ecco cosa mi ha fatto pensare.

Come prima cosa mi sento di dire che ormai la scorza da Tele-Spettatori ci permette una distanza emotiva da simili eventi tale da non 'disturbare' il normale svolgimento delle nostre giornate. D'altra parte, ci sono molte persone che invece vogliono 'disturbarsi' e per questo fanno quello che ritengono meglio: scrivono, informano, fotografano, riprendono, denunciano, chiedono aiuto, danno aiuto in prima persona etc. Io mi sento sempre molto impotente e in un certo senso anche in colpa ma non voglio parlare di questo. Quello che mi preme riallacciandomi al cappello, è intanto farvi vedere (molti forse lo avranno già visto) il video di 30'' che riprende la scossa più forte:



Ecco, voi pensate a quanto è fastidioso un semplice giramento di testa e quanto è importante sentirsi in equilibrio, ancorati al suolo, alla terra. La terra, il punto fermo per antonomasia; tenere i piedi per terra, prendere la sua energia stabile e forte, sentire che anche se tutto intorno non va, lei è comunque lì ferma e pronta a restituirti forza; gli aborigeni lo sanno bene. Ma cosa succede se invece è lei a non stare ferma, è lei a tremare e a togliersi da sotto ai tuoi piedi. Vi immaginate lo smarrimento? Pochi secondi e tutto cambia, definitivamente, intorno a te e dentro te, se sei uno dei fortunati, o meglio dire, miracolati, che sono ancora in piedi, in equilibrio. Sei vivo, ma con un tarlo nella testa che è lì a ricordarti come questo equilibrio, non sia poi scontato come credevi e che anche le cose che credevi più salde intorno a te, sono burro che si scioglie sotto l'alito del fuoco che tu, ora sai per certo, sta sotto ai tuoi piedi. Si può ricostruire, rimettere su, curare le ferite e piangere chi non c'è più ma dopo simili tragedie niente torna ad essere come prima. E' mancata la terra sotto ai piedi. E chi sa cosa questo vuol dire, ha una specie di velo sugli occhi, il velo di Cassandra, che li rende irrimediabilmente diversi, diversi come può essere diverso solo chi ha visto il mondo sottosopra.

13 gennaio 2010

INTERROGATIVO

Ma perché a me si rompe il frigo d'agosto in Texas e la caldaia a dicembre in Germania?

Per fortuna che c'è Lei, Frau H. sempre pronta e disponibile a dare una mano. E' la mia vicina, che tutto sa e soprattutto, tutto vede. Sa anche quello che io credo di non averle detto e quello che sicuramente non le ho detto. Sempre. Bene. Bene?

Ma sì...

E poi ieri mi ha consolato vedere che anche lei non ha capito il messaggio nella segreteria del tecnico della caldaia.

E a chi le lasciavo oggi le chiavi per aprire al tecnico?

Insomma su di lei posso sempre contare. Anche quando non lo so!

Grazie a Frau H. e alle sue splendide orchidee adagiate su un mare di tappeti

(ma come faranno a sopravviverle così a lungo? Secondo me le rimpiazza con altre identiche...eh sì...deve per forza essere così...oppure...)

07 gennaio 2010

Ritorno a casa.

Casa. Accogliente come le ciabatte la sera. Vuota di quel che le vacanze di Natale nell'altra Casa ti hanno regalato. Piena di quello che ci versate tu e lui, come famiglia, piccola e immensa, ogni gorno che ci passate. Calda e fredda come l'interruttore sulla caldaia. Chiara di luce riflessa dalla neve abbondante che dorme sul davanzale. Buia sotto la coltre di nubi cariche come cappelliere sforzate da troppe valigie. Familiare in tutti gli oggetti che trascini da un paese all'altro, da una casa all'altra, nell'illusione di non perdere le tracce. Estranea come tutto quello che c'è dentro e non sai da dove viene, dove è stato comprato o se le è stato regalato. Immobile come l'hai lasciata e sorprendente per ciò che ti sembrava che fosse in un modo e invece non era. Senza memoria eppure già piena di ricordi. Custode del tuo intimo, protettrice dalle avversità. Sporca e pulita in matematica alternanza. Un cubo, il tuo, nella matrice, da cui affacciarsi. Luogo da cui partire e a cui tornare. Casa. "Nomade con casa". In questo ossimoro mi riconosco e rispecchio la mia vita augurando a me e a tutti i bloggettari amici un 2010 alacremente placido!