« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

05 maggio 2011

Il muro di (in)Differenza

Mi era gia' capitato quando abitavo a Dallas. Incomunicabilita' malgrado uno sforzo enorme, magari anche da ambo le parti, di confrontarsi e chiarire una situazione di attrito. Senza nemmeno accorgertene urti la sensibilita' di qualcuno che tace. Tace ma cambia e tu ti chiedi perche'. Poi decidi di chiedere spiegazioni e cosi' scopri un buco nero di non-detto che ti lascia ammutolito. Ci rifletti, ti dichiari dispiaciuto e ti proponi disponibile per un confronto. Ore ed ore senza arrivare ad alcunche'. Perche' invece, non parlarne subito, direttamente, senza lasciare che questo magma di incomprensioni cresca a dismisura andando a saturare ogni possibilita' di risoluzione? Perche' affidare tutto alla maldicenza tradendo in primis il rapporto di fiducia che ti lega a qualcuno, pur di non affrontarlo direttamente? Perche aspettare che la persona insospettita dal cambiamento di atteggiamento (spesso mascherato da ipocrisia) reclami una spiegazione? O perche' piu' semplicemente, come e' accaduto qui in Germania, lasciarsi beccare in un flagrante di bieco pettegolezzo basato solo su supposizioni e pregiudizi? Sono delusa. Delusa dalla mia ingenuita' che non potra' mai arginare la negativita' di chi per sopravvivere deve tirare giu' gli altri; delusa da chi, per mantenere il proprio pezzo di potere calpesta la tua reputazione senza nemmeno prendersi la briga di capire; delusa dall'inefficacia della sincerita'; delusa e impotente di fronte a un muro di differenza: culturale, caratteriale o piu' semplicemente d'animo.

3 commenti:

tizi ha detto...

...delusa da chi credevi amico e a cui hai dedicato tempo , denaro , fatica e tante tante parole ed e` inutile cercare anche i motivi di tale delusione ...

nonsisamai ha detto...

mi spiace amica...

michele ha detto...

I stand by you :)