Ho capito cosa è il blocco dello scrittore. E' come un vuoto che prende le mani e ti impedisce di scrivere perché senti che quel vuoto lo hai nella testa. Niente di quello che passa in mezzo alla materia grigia ti pare degno di nota e niente di quello che hai vissuto merita di essere raccontato. O anche più semplicemente, non ti va di raccontarlo. Può succedere, mi dico.
Eppure la maggior parte dei bloggers non hanno questo problema. Seguo pochissimi blog perché fondamentalmente non mi interessano e questo perché io ritengo, siano pochi i blog meritevoli di attenzione. Io cerco poco, non mi piace passare tanto tempo al pc e preferisco conoscere le persone dal vivo. Seguo i blog di 5 persone che mi hanno colpito in modi diversi. Nonsisamai è un'amica, come pure Dark, Miko l'ho incrociato casualmente e sul blog e nella vita, e spesso condivido i suoi pensieri politici, motivo per cui seguo talvolta anche Rob, Daninet non lo conosco ma ha una sensibilità che mi è in qualche modo familiare e da Fabio ho tutto da imparare sul mondo germanico! (Quando abitavo in Texas seguivo anche Pluto e Waynard per motivi di affini esperienze ma non solo). Tolti questi ci sono una decina di altri blog, e forse meno, che ogni tanto apro perché alle volte mi sono divertita, nel senso lato, a leggerli. Per il resto mi pare, per quel poco che ho visto, che ci sia ben poco da leggere. Sarà che io non riesco ad interessarmi alle normali vicessitudini che si alternano nella vita di una persona che non conosco. Insomma perché dovrei spendere del tempo a leggere cosa una persona ha fatto, detto, a chi, come e quando? Interessarmi dei suoi pensieri intimi; consigliarla su cosa fare; permettermi giudizi; polemizzare senza essere nemmeno certa di parlare della stessa cosa; e per di più all'interno di una cornice lessicale infantile, di una grammatica lasciata sui banchi delle elementari, di contenuti inesistenti o, nelle migliori delle ipotesi tediosi e banali.
Se quel che cerco è lo spunto per una riflessione beh, allora i libri in primis, e poi i film e il teatro...mi aiutano di gran lunga di più. Dove sta la peculiarità del blog? Nell'interattività? Ma cosa è davvero interattivo? Poter lasciare i miei commenti? Ma a chi davvero li lascio e su cosa? Che tipo di contatto si stabilisce tra me e i 100 blog che 'sleggiucchio' qua e là? E' come fare zapping? Lasciando perdere i blog di qualità, come quelli di giornali o di associazioni importanti, quanti blog o meglio trash-blog meritano di essere letti?
Forse neanche il mio.
Io, comunque, qui, pongo delle domande e chi ha un'altra esperienza riuscirà forse, se vorrà, a farmi capire qualcosa che io proprio non vedo.
Il tempo è tuttavia la cosa più preziosa. Passiamolo bene.
11 commenti:
lo so che quando uno provoca si aspetterebbe un po' di polemica, ma io sinceramente sono abbastanza d'accordo con te. leggo quello che mi interessa, andando oramai piu' o meno sul sicuro con i miei feed. l'entusiasmo iniziale e' passato, ma quello per la scrittura ancora no. come anche soprattutto quello per la condivisione di un'esperienza che e' mia ma che, ho imparato, puo' essere poi anche di tanti altri. insomma, io queste tipo 150 persone al giorno che cliccano su nonsisamai per sapere che' si dice non le capisco proprio, pero' le ringrazio. sia per lo scambio che per l'affetto. che per la delicatezza e per la voglia di leggere me invece che tante altre cose migliori che ci sono in giro...
un beso elisen :)
p.s: la parola del codice e' "sparli" cosa vorra' dire??? :))
altro che provocazione, è la realtà assoluta. il blogworld è fatto di tante finestrine (come l'Dventkalender, hai presente?) che apriamo e chiudiamo, poi ci sono cose più interessanti (p.s. Grazie) con cui passiamo il tempo in rete, e poi i libri, le perone, la vita.
E' giuto così altro che!
Ciao
Cara Elisen, io non sono mica tanto d'accordo. I blogs sono un modo di condividere con persone che per qualche motivo ci sono affini - per il modo di sentire, per l'esperienza che stiamo vivendo, per le passioni che abbiamo - ma che vivono troppo lontano per poter vivere di persona.
Il carosello reciterebbe così "I blogs? un dono dei tempi moderni!"
Un abbraccio!
D
@nonsisamai-no, non mi aspetto poliemiche.Mi aspetto i vostri pareri e ci sono. Quindi la missione è compiuta. Però io continuo a non capire la morbosità che secondo me c'è in chi segue mille e più blog.
@Fabio-giàinternet è fatto come un adevent calendar però quello che si trova dentro alle finistrine spesso non è buono come un cioccolatino :)
@daniele-non sono contro blog. mi perplimo quando penso ai fanatici dei blog che in sé non sarebbero male purché ben usati...
Come tante cose che conosciamo e che viviamo o usiamo, anche i blog, possono essere un qualcosa di positivo oppure qualcosa di negativo. Dipende da come vengono "usati" da chi li scrive e da chi li legge.
Io leggo svariati blog (150), un po' di tutti i tipi, da quelli personali (o personalissimi) a quelli di cucina, a quelli un po' più tecnici fino a quelli più in vista (o più importanti).
Ecco, in tutta questo mix di blog, ci vedo delle persone che a loro modo si esprimono, si manifestano.
Alcune mi piacciono parecchio, altre mi lasciano indifferente.
Entrare in un blog è un po' come incontrare queste persone e scambiare due parole.
Dei tanti che leggo ho avuto modo di conoscerne di persona circa 30, in giro per l'Italia e con questi intrattengo un rapporto d'amicizia, anche se a distanza.
La peculiarità?
Io vedo i blog, come un modo per essere meno distanti, capire altre realtà, in altre città, in altre regioni, in altri paesi.
Morbosità?
Beh, ce n'è tanta ... come quando qualcuno si lamenta perchè non hai più commentato da lui/lei ...
Sono le cose che odio...
Un blog è il "rovesciarsi" della persona che scrive, nel web. ( ed a lungo andare chi è fasullo si scopre ) ....
Interattività?
A me piace pensare che sia data dalla partecipazione che ci può essere tra blogger ... io nel mio blog, punto molto a far partecipare, più che a raccontare di me o scrivere di mio.
Quanti meritano di essere letti?
Molti, se intendiamo che dietro il blog c'è una persona...
Benvengano i blog e tutti gli altri spazi che l'Internet offre, ma all'interno di Internet (che contiene l'web 2.0, i social network, i blog e i contenuti vari creati dagli user) le dinamiche devono essere differenti rispetto ai canali di comunicazione più tradizionali e che siamo abituati a usare.
Qui da noi in Italia ( e nei paesi latini in generale), (purtroppo) facciamo un uso di internet ancora legato ai vecchi mezzi di comunicazione ... quando lo si capirà per davvero, o non avremo più i blog oppure saranno migliori di quanto lo sono ora.
Tutto qui ...
Un abbraccio.
E che succede quando il blocco dello scrittore ti viene anche nel lasciare un commento? Ma vedi te. Sappi che ho pensato una cosa interessante, ma che non riesco a buttar giù :)
che bella discussione!
eli, questo discorso mi ha fatto venire in mente una cosa: ma leggere dei blog, uno o mille, non e' un po' come leggersi una rivista? al suo interno trovi tante rubriche e tra quelle scegli, alcune sono buone altre meno. alcuni lettori sentono lo stimolo a intervenire altri no. io credo che ci siano in giro anche tanti brutti libri, giornali e via dicendo. non e' che il cartaceo renda un pensiero e' automaticamente migliore di quello che e', pero' in quel caso non ci interroghiamo mai sullo strumento usato, perche'? non sarebbe piu' giusto valutare semplicemente il contenuto?
verissimo nonsisamai, bisogna considerare i contenuti e infatti è di questo che poi io alla fine mi lamento di più..ci sono tanti libri e tantissime riviste inleggibili, la rete, però, permette un consumo molto più sconsiderato dello uscire e comprarsi la rivista o meglio il libro.c'è una fatica che spesso vale la candela perché ci rende più attenti nella scelta. invece in rete basta un clik, nel bene e nel male..
...ma allora il "problema" è che la gente che scrive cose banali o che legge banalmente le cose?
PS
entrambe è una risposta accettata ma troppo facile..
eli: e cosi' si perde un sacco di tempo...
daniele: non la gente che scrive cose banali, ma troooooppo banali ;)
Penso che il blog più che un fenomeno di costume sia l'eco del nostro grido di solitudine, che non dev'essere per forza letto in chiave negativa o esclusivamente pessimista. Non è affare da misantropi, il blog. O meglio, non solo: è' un ponte virtuale a cui ci aggrappiamo, fatto sostanzialmente solo di parole...tanti, infiniti autografi che parlano di noi.
E'gridare silenziosamente al mondo "esisto anche io!", esorcizzando la paura -di qualcuno il terrore angosciante- di essere dimenticati, di non avere nessuno che si occupi di noi. Perché in fondo qualcuno che ci legge ci sarà sempre, qualche naufrago della rete capiterà prima o poi dalle nostre parti, anche per sbaglio o senza volerlo.
Cosi come è successo a me. :) Una piacevolissima sorpresa..avanti così!
a rileggerti,
Sara
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