« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

13 ottobre 2009

Il compleanno. Il tuo compleanno! Il mio compleanno...Non so. Nel senso, non so più cosa davvero voglia dire per me. Di sicuro non è più l'emozione di quando ero piccola, quell'emozione che mi faceva dormire poco la notte prima e di botto la sera stessa. Quella giornata in cui l'unico tempo che riesci ad afferrare è quello del desiderio prima di spegnere le candeline, perché tutto il resto della giornata lo assorbi tu, con foga, come una spugna secca che non aspettava altro che nutrirsi di quell'unica goccia di puro entusiasmo da festa. Rara, la mia goccia, una volta l'anno, ma tanto pura da rispecchiare ancora adesso il luccichio degli occhi dei tuoi amici e da riecheggiare gli acuti delle loro e delle tue strilla da manuale, quelle che per intenderci erano sempre motivo per la mamma, di scuse, il giorno dopo con quella e quell'altra vicina poco tollerante. E la casa, e alle volte il garage se faceva bel tempo, che cambiavano completamente aspetto, con i mobili spostati e tutto tirato a festa, la porta sempre aperta e il campanello incantato. La tavola con la tovaglia bella ricoperta di panini, quelli all'olio, tondi col prosciutto cotto e ovali col crudo e sopra il marchio immancabile della bandierina ('L'italia è mia!''E chi la vuole, è più ganza la Spagna!'), le schiacciatine con la mortadella e le tartine di pancarré, poche, con la maionese e il tonno, i salatini, i biscotti, tipo ringo o togo, la Fanta e il Chinotto nelle bottiglie di vetro e la protagonista, la torta di compleanno, fatta da mamma su richiesta, senza troppi fronzoli e decorazioni ma buona, di un buono che rischi di dimenticarti per quanto è difficile da ritrovare nei sapori di oggi. Come del resto, non riesco più a scovare dentro di me la gioia vera per i regali, non per i regali in sé ma per la sorpresa, per la carta che si strappa e tutti gli altri bambini che ti guardono sorridenti ed invidiosi. Forse è solo uno degli effetti collaterali dell'essere adulti. Eppure....

E le candeline? Rosa, come piccole colonne tornite a formare girigogoli da San Pietro e che nel tempo di accederle tutte trasformavano la torta nei Fori Imperiali, una rovina di cera e crema che si appallottolava sulle punte del coltello della mamma pronto a spazzare via le impurità e restituire alla torta la sua bellezza nel momento più importante. Buio, sussurri, schiaffetti sulle mani dei bimbi più golosi e il desiderio. Per me il momentopiù importante. C'ho sempre creduto così tanto alla storia dei desideri, che mi impegnavo davvero molto nella formulazione e nell'intensità. Il momento tutto e solo tuo, proprio prima del boato stonato ed esaltante del 'Tanti Auguri' che ti riporta alla realtà. Perché quel momento, quello del desiderio è un pò quello prima di nascere. La tua piccola preghiera nel buio che ti porta tra le braccia della tua gente. E ogni anno si ripete. Se lo vuoi e se ci credi.

E io che ci credo, cerco di mantenerla almeno questa piccola cosa di quella grande festa, una cendelina, una, piccola, non tornita, senza neanche la torta, ma che accesa per quei dieci secondi apre un buco nel tempo e come un ago rinchicca uno a uno, tutti i dieci secondi degli ultimi 34 anni. Ecco questo è oggi il mio compleanno.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Tanti, tanti auguri...e che quel desiderio si realizzi.
Isabella

Elisen ha detto...

Grazie Isabella...davvero gentile..

Nemo ha detto...

Auguri in ritardo...lo hai festeggiato ballando? ;)

Elisen ha detto...

ciao nemo :) grazie..per la prima volta in sei anni, no!e mi è mancata tanto la tanda da cumpletango :(

Anonimo ha detto...

Cara Elisa..leggo (in ritardo) e rivedo esattamente i miei pensieri su carta elettronica..avrei voluto scriverlo io quello hai scritto, dritto come sono le cose vere, malinconico ma aperto come il resto, quello che resiste, quello che rimane, quello che trattieni con forza come una rappresentazione di un giorno e di una possibilità e che in fondo ci ricorda che questo nostro nomadismo temporale è sempre sorretto da quell'unica possibilità del soffio e dell'esprimere..quello rimane, rimane mentre le fante sono sotituite da una corsa veloce sulle scale, da un impegno, da un treno preso al volo, dall'odore di pasta e mozzarella in cucina, da un messaggio che ci dice che qualcuno si ricorda, dal sorriso lungo di chi amiamo che è più entusiasta di noi nel vederci tirare fuori un fiammifero appoggiato sopra un bignè, dalle nostre lacrime silenziose che lasciamo scivolare prima del sonno e da quella buffa espressione che si spalanca sulla bocca quando ci accorgiamo che tutto quello che abbiamo perso si è solo trasformato..
Tanti auguri amica mia, è passato il tempo, ma sempre ti penso e ti immagino tagliata e felice...

Anonimo ha detto...

Anna

tizi ha detto...

Valgono ancora???? Tantissimi auguri!!!