« Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizioni altrui »

(da "Tom Waits, Blues" di C. Chianura)

09 febbraio 2011

LE AFFINITA' (IN)ELETTE

Jedes ausgesprochene Wort erregt den Gegensin

Ogni parola che si pronuncia fa pensare al suo contrario. (da Massime e riflessioni, 9)

Quando incontro le "persone speciali", penso by default al celeberrimo romanzo di Goethe e inevitabilmente, quando le perdo, ci ripenso, al contrario.

Pietre incastonate nella roccia, le "persone speciali", le riconosci subito nel buio della miniera e tu, falena ti avvicini alla lampada, disarmato dalla sua stessa consistenza; una alla volta scopri incredulo le sfaccettature perfette della sua forma cristallina: ogni suo lato riflette come uno specchio magico il meglio di te. Standole accanto, affondi le mani nella materia più viva e vibri.
Il mondo accanto a lei, è perfetto.

Poi succede qualcosa. Succede sempre qualcosa. Orfeo si voltò e perse Euridice per sempre. Solo guardandola. Così, per niente e per tutto, anche tu la perdi per strada. Provi a tornare là, a cercarla, la chiami, la stringi a te con forza, urli disperato ma senti solo il rimbombo sordo del tuo desiderio. L'hai persa. L'ami e la lasci andare perché sai che "l’uomo meno di tutto riesce a possedere ciò che gli appartiene più strettamente" ("Le affinità elettive", Goethe).

Passa tutto. Il tempo, il desiderio, mille altre persone.
Ti volti e guardando la strada, la vedi là, intatta come la prima volta che l'hai incontrata, a illuminare quel breve pezzo di vita attraversato insieme.

Grandi tratti e brevi.
Tutte insieme, le "persone speciali" sono una striscia luminosa.

Ma ti chiedi: ma io, nella sua striscia ci sarò sempre?
Io l'ho eletta, ma lei? Mi aveva davvero eletto? Perché io qui non parlo d'amore, di storie finite, di sesso e d'altro che lasciano poco spazio all'immaginazione e alle supposizioni. Quel che c'era uno se l'è vissuto nella storia stessa o se è fortunato, se lo vive ancora adesso. Io parlo di quello che non è stato, di quelle persone che hai amato profondamente e platonicamente e che non sei riuscito a tenerti accanto nella vita, sebbene tu lo volessi.

Cosa penseranno loro? Si ricorderanno di me? Sarò parte dei loro sogni? Mi ameranno ancora?

Non lo saprò mai ma voi sappiate che per me voi siete ancora quel profondo sorriso bagnato di lacrime felici.

8 commenti:

tizi ha detto...

sei un mito!bellissimo post come sempre ...

fabio r. ha detto...

bel pensiero profondo, ma da papà goethe e dal suo romanzo amatissimo (da me..) non potevo aspettarmi altro!

Elisen ha detto...

grazie tizi :)
sì Fabio...anche tra i libri ci sono i libri speciali e quello lo è di certo.

cbp ha detto...

a volte loro non ci eleggono, e quando ce ne rendiamo conto è rabbia, disappunto, incredula insistenza.
a volte loro non ci scelgono.
e involontarie ci insegnano che non avevamo mai avuto bisogno di loro.
a volte solo speravamo che loro riconoscessero in noi quel che desideriamo essere e non crediamo di poter meritare.

Elisen ha detto...

@cbp - 1. ci arrabbiamo finché non capiamo che si tratta della seconda ipotesi!
e 3. non avendoci riconosciuti ci convinciamo che non lo meritiamo davvero di essere come vorremmo...finché forse ritorniamo al punto 2 :)

oppure semplicemente capiamo che va bene così: che abbiamo avuto bisogno l'uno dell'altra ma proprio come ispirazione e non come presenza.

PS-La sciarpa che mi hai regalato è un termosifone ambulante!

Unknown ha detto...

forse quelle persone sono così speciali per quello che poteva essere e non è stato. Sono protagoniste indiscusse di non storie. Belle in potenza.

Anonimo ha detto...

a cbp...
sò a chi stai pensando.........
si

Elisen ha detto...

e io ho capito chi e' questo anonimo :))