Immagino per un attimo di perdere la memoria. Di colpo. Un vuoto che non si colma. La testa che schizza e tende a qualcosa ma rimane smarrita. Un orribile mal di testa e forse perdo e riperdo conoscenza. Sono a un concerto, un recital di pianoforte e nel buio della sala non vedo davvero più niente. Non un aggancio alla realtà che non sia quello del presente, fatto di quello che lì, matericamente mi circonda. Il resto è confusione. Come svegliarsi nel cuore della notte e non ricordarsi su quale cuscino appoggi la testa. Orribile. Disarmante come una parola detta di troppo da chi non vorresti mai. Anzi peggio. Come capire in un attimo tutti gli sbagli fatti. No. Peggio. Ma sì, come perdere il proprio passato. Abbacinante. Come reagire? Come uscirne? Aggrapparsi alla speranza che prima o poi torni? Cos'altro?
Eppure ci deve essere un motivo per cui a un certo punto la tua testa fa corto-circuito e ti dà forfait. Un'intollerabilità esponenziale alla tua vita, a quello che sei, a quello che fai o ha un particolare episodio che ti ha sconvolto e l'unico mdo che hai di sopravvivergli è rimuoverlo dalla parte cosciente di te. Potrai vivere solo facendo a meno di quel ricordo ma per eliminare quello, sei costretto a fare tabula rasa anche del resto di te. Ti rimane quello che sei fisicamente e quello che sai. Non è poco ma è abbastanza?
Poi mi fermo. Penso ancora e mi chiedo: ma non può questa assurda contingenza essere anche il lasciapassare per una vita nuova, migliore. Un modo per ricominciare che la tua vecchia identità ti impediva. Un abbandonare IL fardello che ti tiene giù e così, libero come mai nessuno, esibire te stesso nudo, al mondo. Se all'inizio potrà essere scioccante forse in seguito può regalarti quella leggerezza che è impensabile conquistare a cose normali. E questo mi lascia intravedere una possibile neoforma di felicità. E sorrido.
Lui si chiama Matteo Caccia e Amnesia è il titolo del programma radiofonico che conduce ogni giorno su Radio2. Quello che ho scritto prima, tutto mio, è il frutto del nostro etereo incontro.
Eppure ci deve essere un motivo per cui a un certo punto la tua testa fa corto-circuito e ti dà forfait. Un'intollerabilità esponenziale alla tua vita, a quello che sei, a quello che fai o ha un particolare episodio che ti ha sconvolto e l'unico mdo che hai di sopravvivergli è rimuoverlo dalla parte cosciente di te. Potrai vivere solo facendo a meno di quel ricordo ma per eliminare quello, sei costretto a fare tabula rasa anche del resto di te. Ti rimane quello che sei fisicamente e quello che sai. Non è poco ma è abbastanza?
Poi mi fermo. Penso ancora e mi chiedo: ma non può questa assurda contingenza essere anche il lasciapassare per una vita nuova, migliore. Un modo per ricominciare che la tua vecchia identità ti impediva. Un abbandonare IL fardello che ti tiene giù e così, libero come mai nessuno, esibire te stesso nudo, al mondo. Se all'inizio potrà essere scioccante forse in seguito può regalarti quella leggerezza che è impensabile conquistare a cose normali. E questo mi lascia intravedere una possibile neoforma di felicità. E sorrido.
Lui si chiama Matteo Caccia e Amnesia è il titolo del programma radiofonico che conduce ogni giorno su Radio2. Quello che ho scritto prima, tutto mio, è il frutto del nostro etereo incontro.
2 commenti:
complimenti, davvero bello
ema detto da te mi fa un enorme piacere..love
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